Inflitti 14 anni di carcere a Rosalia Messina Denaro
Lo scorso 28 marzo i pubblici ministeri della Procura antimafia di Palermo, Piero Padova e Gianluca De Leo, a conclusione della requisitoria, hanno invocato la condanna a 20 anni di reclusione di Rosalia Messina Denaro, 69 anni, sorella del boss defunto, Matteo. Le si contestano i reati di associazione mafiosa aggravata e ricettazione. E’ detenuta dal 3 marzo del 2023, giorno dell’arresto ad opera dei Carabinieri del Ros. Ebbene adesso, a conclusione del giudizio abbreviato, il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, Clelia Maltese, ha inflitto all’imputata 14 anni di detenzione. Di lei, Rosalia, “Rosetta”, sorella prediletta di Messina Denaro, i magistrati istruttori scrivono: “Donna di origini e tradizioni tutte ispirate da una ortodossa e granitica cultura mafiosa”. “Rosetta” si sarebbe adoperata a proteggere la latitanza del fratello, occupandosi della rete di comunicazione del boss, che così avrebbe mantenuto contatti e praticato affari, e della gestione della cassa della famiglia mafiosa: a casa di lei e della madre sono stati trovati soldi in contanti e gioielli per un valore complessivo di 800 mila euro. Rosalia Messina Denaro è la madre di Lorenza, dal nome della nonna paterna, avvocato, difensore dello zio dall’arresto fino alla morte. E Rosalia è la moglie di Filippo Guttadauro, che ha già scontato 14 anni di carcere per associazione mafiosa ed è tuttora ristretto al cosiddetto ‘ergastolo bianco’. Il secondo figlio di Rosalia è Francesco, nipote prediletto di Messina Denaro, che attualmente sconta 16 anni di prigione per associazione mafiosa. Anche un’altra sorella di Matteo, Patrizia, è in cella per mafia. A casa di Rosalia, il 6 dicembre del 2022, i Carabinieri del Ros, impegnati a nascondere delle microspie, trovarono nella gamba di una sedia un ‘pizzino’, una sorta di cartella clinica di Matteo già malato di cancro, che è stato poi la mappa, il tracciato, che li ha condotti verso il traguardo della cattura, il 16 gennaio del 2023. Nell’ordinanza di custodia cautelare si legge: “Rosalia Messina Denaro ha costituito un importantissimo punto di snodo delle comunicazioni del fratello latitante, non soltanto con i membri della sua famiglia di origine (fatto che, di per sé, sarebbe privo di rilevanza penale), ma, soprattutto, con un elevato numero di soggetti a vario titolo coinvolti nelle attività di interesse dell’associazione mafiosa ‘Cosa Nostra‘ operante nel territorio di Castelvetrano e Comuni limitrofi di cui il latitante medesimo costituiva – e ha continuato a costituire sino al suo arresto – il vertice incontestato ed incontrastato. Rosalia Messina Denaro era per il fratello Matteo una paziente tessitrice dei conflitti tra i parenti, di riservata veicolatrice delle decisioni del latitante su questioni di carattere familiare, nonché di vera e propria cassiera, incaricata dal fratello di ricevere ingenti somme di denaro, di custodirle, rendicontarle e all’occorrenza distribuirle”. Matteo Messina Denaro, interrogato, così si è rivolto ai magistrati: “Mi avete preso per la malattia e per un errore mio: dirlo a mia sorella… perché non volevo farmi trovare morto e nessuno in famiglia sapeva niente. Che senso ha? Allora per tenermi riservato che cosa faccio? Lo dico soltanto a una persona, in modo che sapesse che potesse essere questione di tempo: che senso ha leggere il giornale: viene trovato morto?”.
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