L’AGRIGENTO CHE NON FINISCE DI SORPRENDERE RICORDA LE VITTIME CIVILI DELLA GUERRA
di Diego Romeo
C’è l’Agrigento della grande sete ma c’è anche l’Agrigento che non finisce di sorprendere e che ha voluto ricordare le vittime civili dei bombardamenti aerei che colpirono la città . Nella sede de Le Fabbriche – Fondazione Orestiadi, si è celebrato l’81° anniversario dei bombardamenti su Agrigento. L’ANVCG, Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra APS, sezione provinciale di Agrigento che ha promosso un momento di riflessione e di ricordo. Il presidente provinciale dell’ANVCG, Dott. Giuseppe Scimè ha iniziato la commemorazione con la deposizione di una corona di fiori in memoria delle vittime civili di guerra davanti alla stele collocata nella facciata della Chiesa dell’Immacolata. Oltre a Giuseppe Scimè erano presenti il sindaco Francesco Miccichè,: Beniamino Biondi, Direttore de “Le Fabbriche”, che ha discusso sul’importanza della memoria storica e il ruolo delle istituzioni culturali nel preservarla. Paolo Cilona, saggista, con un’analisi critica degli eventi del 1943 e della loro rilevanza per la comprensione della storia contemporanea. Altri interventi si sono avuti dallo storico Salvatore Fucà e da alcuni dei presenti. Il convegno è stato coordinato dalla giornalista Giovanna Neri e concluso dal rappresentante del prefetto, il funzionario Miccichè. A conclusione dei lavori, ai partecipanti è stato offerto un aperitivo e l’invito a visitare la mostra antologica di Franco Fasulo. Ancora per la cronaca il significato umano e culturale del convegno ha voluto doverosamente ricordare le vittimecivili che in gran parte rimasero schiacciate dalle macerie proprio all’ingresso dei diversi rifuggi posti in vari punti della città. Agrigento infatti fu coinvolta in diverse operazioni militari per il controllo del Mediterraneo. In quei giorni terrificanti la popolazione fu costretta a vivere in condizioni estremamente difficili, con scarsita’ di cibo e servizi essenziali. Gli sfollati erano tanti. Nel corso dei bombardamenti del 12 luglio 1943 trovarono la morte il preside del liceo Empedocle prof. Beniamino Sciascia, grecista e latinista che contribuì notevolmente nella formazione culturale ed umana di tanti giovani studenti che ebbero il privilegio di èssere stati suoi alunni e il vice preside Salvatore Contrino docente di fìsica. Il giorno prima erano morti a causa dei bombardamenti sull’ospedale l’economo Inglima e il suo vice. L’unica volta nella quale gli esami per la maturità classica non vennero sostenuta dagli studenti fu durante l’anno scolastico 1942-1943 a causa degli eventi bellici. Infatti, in data 18 giugno 1943, il preside decise di promuovere, bocciare, o rimandare, tenendo conto dei risultati dell’ultimo scrutinio per i timori alimentati dalle confuse notizie sull’imminente sbarco delle truppiangloamericane. A beneficiare del provvedimento furono tra gli altri Andrea Camilleri, Gaspare Giudice, Luigi Giglia, Domenico Rubino, Guido Cassaro. Fu una precauzione che si rivelò esatta. İ locali del Liceo furono letteralmente rasi al suolo dalle bombe angloamericane, che distrusse la scuola con le sue venti aule.