MA PER LA CRISI IDRICA CI SONO PERSONE COMPETENTI?
di Paolo Cilona
Un forte dubbio si insinua nella mente dei cittadini dell’agrigentino in ordine alla drammàtica crisi idrica che attanaglia le nostre comunità. Certo bisogna anche fare i conti con una realtà condizionata da clientela, affarismi e corruttele. Questo gran parlare di emergenza idrica con gravi risvolti nei confronti del gestore pubblico mettono in evidenza la pochezza della classe politica nell’avere individuato magari persone rispettabilissime ma non all’altezza di gestire un servizio di vitale importanza sul piano logistico, gestionale e strategico. Non ci sono nel comitato ingegneri, esperti, manager. Solo personaggi amabilissimi riconducibili a cordate politiche della maggioranza di governo. In forza di questa realta’ il servizio idrico pubblico mostra tutti i segni di ineguatezza gestionale. Da qui le aspre critiche con lo scopo di orientare l’opinione pubblica verso il passato dove il privato gestiva il servizio idrico a suo piacimento. Infatti non bisogna dimenticare che a Napoli per definire chi comanda si dice quello e’ la chiave dell’acqua. L’attuale emergenza ci suggerisce di cambiare i soggetti, individuando professionisti del mestiere capaci di fare correttamente impresa pubblica nell’interesse delle comunità agrigentine. Ognuno vada dove vuole andare ma non dite a noi che il privato e’ bello. E poi le cordate di imprenditori di riferimento sono sempre lucrose, vedi il ponte Morandi di Genova. Di sicuro come direbbe Indro Montanelli :”certe imprese possono farle solo i Santi o gli eroi”. Dalle nostre parti le possono realizzare le cordate.
Tutto questo parapiglia perché l’Aica non ha funzionanato come ha dichiarato il responsabile regionale della proiezione civile. Allora la nostra proposta e’ quella di azzerare il comitato di gestione e ricorrere a persone di alto profilo esperte in materia di ricerca idrica, gestione delle reti in modo dinamico e propositivo, con un ufficio tecnico eccellente e soprattutto una continua lotta alle prese abusive.