“Sistema Montante”, in aula Alfonso Cicero
L’ex presidente dell’Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive, Alfonso Cicero, ancora ascoltato al maxi processo sul cosiddetto “Sistema Montante”. Concluso l’esame della Procura.
Altra udienza, innanzi alla sezione penale del Tribunale di Caltanissetta presieduta da Francesco D’Arrigo, al maxi processo ordinario sul cosiddetto “Sistema Montante”, a carico di 30 imputati nell’ambito dell’inchiesta imperniata sull’ex presidente di ConfIndustria Sicilia, Antonello Montante, tra il filone del presunto dossieraggio e della rivelazione di notizie riservate, e il filone politico, ovvero l’intreccio di interessi ruotanti intorno al governo Crocetta, in carica tra il 2012 e il 2017. La Procura ha concluso l’esame di Alfonso Cicero, ex presidente dell’Irsap, l’Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive, testimone ‘chiave’, parte offesa e parte civile, assistito dall’avvocato Annalisa Petitto. Cicero tra l’altro ha affermato: “Montante aveva confezionato un dossier di 300 pagine, intitolato ‘Alfonso Cicero e le sue origini’, sequestrato dalla Squadra mobile nissena nel corso delle indagini, in cui aveva annotato tutti gli atti ritorsivi orditi e concretizzati per procurare danni a me stesso dal 2015 in poi. Si tratta di atti a cui hanno partecipato politici e anche burocrati della Regione, che poi dal governo Crocetta hanno ricevuto in cambio incarichi di rilievo, per consegnare a Montante denunce ed esposti infondati, e relazioni mirate a procurarmi danni ingiusti negli ambiti giudiziari, lavorativi ed economici e, altresì, per rendere finanche, dichiarazioni mendaci innanzi all’autorità giudiziaria, alla Commissione nazionale antimafia e a diverse Commissioni legislative all’Assemblea Regionale, accusandomi, falsamente, di avere posto in essere numerose e gravi condotte illecite nel corso della gestione dell’Irsap: il tutto è sfociato in provvedimenti di archiviazione per infondatezza, sollecitati dalle Procure e condivisi dai Tribunali di Palermo, Caltanissetta ed Agrigento”. E poi Cicero ha aggiunto: “L’allora assessore regionale alle Attività produttive, Linda Vancheri, ‘longa manus’ di Montante, temeva di rispondere all’autorità giudiziaria per diversi fatti che potevano emergere nella gestione di Expo 2015, un evento per il quale l’Unione Europea aveva assegnato 5 milioni e 500 mila euro all’assessorato Attività produttive. La stessa Vancheri aveva sottoscritto nel gennaio 2015 una convenzione con Unioncamere Sicilia, al tempo dei fatti presieduta da Montante, per la gestione di circa 2 milioni di euro per l’affidamento dei servizi organizzativi e di comunicazione. Si tratta di servizi per i quali – come mi ha confidato la Vancheri nel 2015 – furono fatte spese ‘folli’ per volontà di Montante”. Cicero ha concluso riferendo su “stretti” rapporti tra Montante e diversi rappresentanti delle forze dell’ordine, tra cui il colonnello Gaetano Scillia, al tempo capo centro della DIA di Caltanissetta, ed il colonnello Giuseppe D’Agata, ufficiale dei Carabinieri, già appartenente ai Servizi segreti dello Stato. Prossima udienza il 23 settembre quando Alfonso Cicero sarà contro esaminato dall’avvocato Annalisa Petitto, suo difensore di fiducia quale parte civile
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