Lampedusa, 391.000 euro per la morte di Fatoumata Bamba
In udienza preliminare il processo ad Agrigento per la morte a Lampedusa della giovane ivoriana Fatoumata Bamba: invocato un risarcimento di 391.000 euro.
Lo scorso 25 luglio, il pubblico ministero di Agrigento, Gaspare Bentivegna, ha depositato istanza di rinvio a giudizio a carico di un medico di 35 anni in servizio al poliambulatorio di Lampedusa, imputato di omicidio colposo a seguito della morte di Fatoumata Bamba, 26 anni, immigrata dalla Costa d’Avorio, madre di due bambini, deceduta per una embolia polmonare il 18 febbraio del 2023 nel poliambulatorio di Lampedusa poche ore dopo essere giunta sull’isola col marito. Nella consulenza della Procura redatta dagli specialisti Alberto Alongi, Emiliano Maresti, e Pietro Di Pasquale, si legge che “il medico, nonostante fosse in presenza di un’allarmante e perdurante sintomatologia respiratoria, dovuta all’embolia polmonare in corso, si limitò ad osservare la paziente senza eseguire alcun tipo di accertamento, neppure la più essenziale rilevazione dei parametri vitali o un esame obiettivo”. Ebbene, adesso, in occasione dell’udienza preliminare, gli avvocati Leonardo Marino e Angelo Farruggia, che assistono il marito della vittima, hanno invocato un risarcimento del danno di 391 mila euro o, in subordine, una provvisionale immediatamente esecutiva non inferiore a 100 mila euro. I due legali hanno inoltre ottenuto dal giudice Micaela Raimondo la citazione, ai fini del risarcimento del danno, dei responsabili della società “Badia Grande”, la cooperativa che per anni ha gestito il Centro d’accoglienza di Lampedusa prima del subentro della Croce Rossa Italiana.
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