Incendio “Omnia” Licata: altre 10 misure cautelari (video e foto)
Video Player
00:00
01:07
Lo scorso 16 ottobre i Carabinieri della Compagnia di Licata hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare, tra due in carcere e una ai domiciliari, a carico di altrettanti indagati per il violento e disastroso incendio appiccato e divampato lo scorso 20 gennaio al deposito di stoccaggio rifiuti dell’impresa Omnia in contrada Bugiades a Licata. Arrestati Carmelo D’Antona, 39 anni, di Ravanusa, e Cristoforo Famà, 41 anni, di Licata, entrambi in carcere. E poi ai domiciliari, con braccialetto elettronico, è stato invece ristretto Mario Antona, 24 anni, di Ravanusa. Il deposito incendiato è stato già posto sotto sequestro nel marzo del 2022. Il rogo sollevò una enorme e densa nube di fumo nero e tossico. Locali e luoghi pubblici furono vietati all’accesso per 9 giorni. Si riunì in seduta straordinaria il Consiglio comunale, e si svolsero delle manifestazioni cittadine per l’immediata bonifica dell’area. Altre 11 persone, tra Licata, Ravanusa e Campobello di Licata, sono state indagate a piede libero perché, prima della valutazione delle richieste di misura cautelare, avrebbero dovuto essere interrogate dal giudice per le indagini preliminari. Ebbene adesso, a seguito di ciò, sono state emesse altre 10 misure cautelari, e i Carabinieri del Comando provinciale di Agrigento hanno arrestato in carcere quattro indagati, due ai domiciliari, e per gli altri tre è stato disposto l’obbligo di dimora e per uno l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. A vario titolo si contestano i reati di estorsione, furto pluriaggravato, incendio doloso, inquinamento ambientale e detenzione illegale di armi. Uno è altresì indagato per tentato omicidio a danno di un cittadino extracomunitario senza fissa dimora, aggredito con una spranga.