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“Lottizzazione Scala dei Turchi”: l’epilogo giudiziario

Il 26 gennaio del 2022 i giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduta da Wilma Angela Mazzara (a latere Manfredi Coffari e Fulvia Veneziano) hanno emesso sentenza di “non doversi procedere per intervenuta prescrizione” nei confronti di 8 imputati nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte irregolarità legate alla costruzione del cosiddetto “Villaggio dei vip”, un complesso di villette a schiera progettato nei pressi della Scala dei Turchi a Realmonte. Gli imputati scagionati sono stati l’architetto Giuseppe Vella, 61 anni, funzionario del Comune di Realmonte; Giuseppe Farruggia, 66 anni, ex sindaco di Realmonte e progettista della lottizzazione “Co.Ma.Er”; Cristoforo Giuseppe Sorrentino, 56 anni, tecnico comunale di Realmonte; Daniele Manfredi, 59 anni, direttore dei lavori; Giovanni Farruggia, 63 anni, direttore dei lavori per le opere di urbanizzazione relative alla lottizzazione “Co.Ma.Er”; e poi i dirigenti della Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento, Vincenzo Caruso, 64 anni, Agostino Friscia, 67 anni, e Calogero Carbone, 67 anni. E poi, il 26 luglio del 2018 il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, a conclusione del giudizio abbreviato, ha inflitto 8 mesi di reclusione a Gaetano Caristia, 76 anni, presidente della società siracusana Co.Ma.Er titolare del progetto, e a Sebastiano Comparato, 87 anni, legale rappresentante e socio maggioritario della stessa società. E poi Antonino Terrana, 64 anni, dirigente della Soprintendenza ai Beni culturali di Agrigento, e Giovanni Francesco Barraco, 61 anni, direttore dei lavori, sono stati condannati a 4 mesi di reclusione. Poi l’11 novembre del 2021 la Corte d’Appello ha ridotto le condanne da 8 mesi a 4 mesi ciascuno a Gaetano Caristia e a Sebastiano Comparato, poi deceduto. Sono stati assolti Giovanni Francesco Barraco e Antonino Terrana. La Procura Generale ha presentato appello in Cassazione rivendicando la conferma della sentenza di primo grado. La Cassazione ha annullato la sentenza d’Appello con rinvio ad altra sezione della Corte d’Appello. E adesso i giudici di secondo grado hanno riscontrato e dichiarato l’intervenuta prescrizione delle ipotesi di reato contestate, e hanno disposto il non luogo a procedere per Barraco e Terrana, ai quali, inoltre, sono stati revocati gli ordini di demolizione e di ripristino dei luoghi.

Non luogo a procedere per prescrizione per due imputati nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta lottizzazione del “Villaggio dei vip” a Scala dei Turchi. La cronistoria giudiziaria adesso conclusa.

Il 26 gennaio del 2022 i giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduta da Wilma Angela Mazzara (a latere Manfredi Coffari e Fulvia Veneziano) hanno emesso sentenza di “non doversi procedere per intervenuta prescrizione” nei confronti di 8 imputati nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte irregolarità legate alla costruzione del cosiddetto “Villaggio dei vip”, un complesso di villette a schiera progettato nei pressi della Scala dei Turchi a Realmonte. Gli imputati scagionati sono stati l’architetto Giuseppe Vella, 61 anni, funzionario del Comune di Realmonte; Giuseppe Farruggia, 66 anni, ex sindaco di Realmonte e progettista della lottizzazione “Co.Ma.Er”; Cristoforo Giuseppe Sorrentino, 56 anni, tecnico comunale di Realmonte; Daniele Manfredi, 59 anni, direttore dei lavori; Giovanni Farruggia, 63 anni, direttore dei lavori per le opere di urbanizzazione relative alla lottizzazione “Co.Ma.Er”; e poi i dirigenti della Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento, Vincenzo Caruso, 64 anni, Agostino Friscia, 67 anni, e Calogero Carbone, 67 anni. E poi, il 26 luglio del 2018 il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, a conclusione del giudizio abbreviato, ha inflitto 8 mesi di reclusione a Gaetano Caristia, 76 anni, presidente della società siracusana Co.Ma.Er titolare del progetto, e a Sebastiano Comparato, 87 anni, legale rappresentante e socio maggioritario della stessa società. E poi Antonino Terrana, 64 anni, dirigente della Soprintendenza ai Beni culturali di Agrigento, e Giovanni Francesco Barraco, 61 anni, direttore dei lavori, sono stati condannati a 4 mesi di reclusione. Poi l’11 novembre del 2021 la Corte d’Appello ha ridotto le condanne da 8 mesi a 4 mesi ciascuno a Gaetano Caristia e a Sebastiano Comparato, poi deceduto. Sono stati assolti Giovanni Francesco Barraco e Antonino Terrana. La Procura Generale ha presentato appello in Cassazione rivendicando la conferma della sentenza di primo grado. La Cassazione ha annullato la sentenza d’Appello con rinvio ad altra sezione della Corte d’Appello. E adesso i giudici di secondo grado hanno riscontrato e dichiarato l’intervenuta prescrizione delle ipotesi di reato contestate, e hanno disposto il non luogo a procedere per Barraco e Terrana, ai quali, inoltre, sono stati revocati gli ordini di demolizione e di ripristino dei luoghi.

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