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“EMPEDOCLE” DI FILIPPO PORTERA AL TEATRO DEL PALACONGRESSI – UN’OPERA PER LA LIBERTA’, L’UGUAGLIANZA, LA DEMOCRAZIA

Intervista di Diego Romeo a Filippo Portera

—Filippo Portera, cresce l’attesa per la tua opera musicale “EMPEDOCLE”, che debutterà sabato 30 Novembre al Palacongressi di Agrigento, un’opera di eccezionale valenza culturale per Agrigento capitale italiana della Cultura 2025, Ne parlo a ragion veduta perché circa vent’anni fa filmai la “prima” che si svolse nel Giardino Botanico oggi “Teatro dell’Efebo”. .U.nevento nazionale destinato a lasciare un segno profondo nel nuovo modo di concepire Musica e Teatro, che porterà sulla scena circa ottanta artisti, con nomi di rilevanza nazionale, per la produzione del Parco Archeologico e Paesaggistico Valle dei Templi diretto da Roberto Sciarratta.

 

—Ringrazio il direttore Roberto Sciarratta per l’intento comune di togliere i detriti del tempo e dell’oblio e ridare luce ad Empedocle, uno dei più grandi filosofi della storia, nato ad Agrigento e padre della grande cultura di Akràgas, “La più bella città dei mortali”(Pindaro). Sono molto contento che come attore protagonista ad interpretare Empedocle sia Gaetano Aronica che cura anche la regia e che stimo, sia dal punto di vista artistico che umano. Per la riscrittura di tutta l’opera ho impiegato un anno e mezzo,anche per adeguarla al nuovo organico dell’ Orchestra che prevede, rispetto alla messinscena di venti anni fa al Giardino Botanico di Agrigento,l’ingresso degli archi, del mezzosoprano Giulia Alletto edelle nuove tecnologie.

La parte vocale dell’opera è affidata al Coro Magnificatdiretto, con tecnica, sensibilità ed amore,dal maestroLilia Cavaleri.

—Come si può definire l’Opera Musicale EMPEDOCLE ?

 —“EMPEDOCLE” Teurgofonia, unica opera monotematica che parla del grande filosofo akràgantino, è un’opera musicale in due atti per sette personaggi, soli, Coro, mezzosoprano, Orchestra, elettronica ed immaginiche include, teatro classico e ricerca ed innovazione musicale, armonizzati attraverso le stesse metriche espressive, che rendono l’opera un’unicum capace di divulgare i valori primari della vita, amore verso labellezza dell’Arte e trasmettere conoscenza, integrando i grandi pensieri filosofici empedoclei con, ad esempio,l’incedere della tammurinata di San Calò, inclusa nell’elemento Terra (uno degli elementi empedoclei), senza forzature, anzi con necessità di esserci.

Nell’ Opera ogni suono, ogni parola, ogni movimento, ogni cosa viene plasmata ed assume l’entità necessaria e dovuta, l’intuito e l’istinto governano in simbiosi con le competenze e la tecnica, con il gusto ed il vedere diversamente. 

 —In questo tuo ambizioso progetto che porterà sulla scena più di ottanta artisti, quale il ruolo della tua musica ? 

 —La musica magica ed invisibile, è l’asse portante della messinscena, oltre ad esprimersi e raccontare, prepara, invita e accompagna la recitazione, passando dai concetti classici a quelli più contemporanei di ricerca profumati di jazz, per coinvolgere a livello emotivo e sensoriale, un pubblico diversificato sia per età che per conoscenze personali. Ho sempre immaginato i suoni come sfere vuote pronte ad animarsi magicamente al soffio di un/a musicista capace di dare loro la vita riempiendole della propria anima. La parte poetica, si avvale delle grandi competenze di Nuccio Mula, che oltre a ridare nuova luce e linfa ai frammenti di Empedocle ritrovati, ha composto con più di 230 endecasillabi sciolti tutta la parte poetica con equilibrio ed affinità veramente sorprendenti e di grande caratura. Così come nel concetto classico delle arti, in ” EMPEDOCLE “, musica, teatro, poesia e movenze corporee si fondono,seguendo metriche espressive e linguaggi paralleli, dando la percezione immediata e pratica, che ogni diversità sia fonte di nuove conoscenze, di nuove scoperte e quindi di nuovi sogni da realizzare nel segno di una evoluzione comune e partecipata.

—Alla fine del secondo atto l’esecuzione corale e strumentale del “Corale della Pace”come speranza per il Mondo e il suo futuro.

—Durante lo studio delle composizione di Empedocle, abbiamo evidenziato l’affabulante attualità del suo pensiero e delle problematiche ancora oggi irrisolte, nonostante  siano passati più di 2500 anni.

Il Corale della Pace, visto che nel mondo oggi ci sono 56 guerre in atto, è un inno di speranza per il mondo, canto che segue i concetti basilari di tutta la filosofia di Empedocle sui diritti civili, sulla libertà, la non violenza, l’ uguaglianza, la democrazia, l’accoglienza, sul rispetto e l’aiuto reciproco, valori che si vivono realmente all’interno della Compagnia, con i suoi ottanta elementi, che diventa così lo spaccato di una società ideale e funge da esempio realizzabile. Il pensiero di Empedocle quindi, è assolutamente contemporaneo e rivoluzionario, dal momento che ipotizza un futuro soltanto se, gli esseri umani capiranno che l’aiuto reciproco, il mutuo soccorso sono assolutamente necessari ed essenziali, per un nostro futuro sul pianeta Terra. 

—Il cast degli interpreti è composto da Gaetano Aronica: Empedocle, Sandra Marotta: Aria, Consilia Quaranta: Acqua, Zaira Picone: Terra, Marzia Patanè Tropea: Fuoco, Noemi Castronovo: Talia. Salvatore Passantino, Ausilia La Greca, Andrea Clase:violino, Marco Guccione: viola

Sandro Sciarratta e Walter Roccaro: contrabbassi

Filippo Portera: flauto, flausofono, sax soprano e alto, Pietro Vitellaro: sax soprano, contralto e tenore, Giuseppe Sardo: tromba

Andrea Gerlando Terrana: Elettronica

Pasquale Augello: percussioni

Coro Magnificat di Agrigento

Giulia Alletto: mezzosoprano