“Sanità privata”: in Sicilia si rischia il fallimento
Dal primo gennaio è in vigore il nuovo tariffario per le prestazioni sanitarie private. Ambulatori e strutture convenzionate paventano il fallimento: “Non copriamo i costi”.
Dal primo gennaio è in vigore il nuovo tariffario, firmato dal ministro della Sanità, Schillaci, delle prestazioni sanitarie fornite dai privati, che denunciano un taglio drastico ai rimborsi, rendendo impossibile coprire i costi. E si rischia lo stop degli ambulatori e delle strutture private convenzionate. La sanità privata siciliana ha invocato un intervento del governo regionale. Schifani ha incontrato il suo staff e gli esperti dell’assessorato alla Sanità. Probabilmente telefonerà al ministro Schillaci. Altre Regioni sono intervenute con propri fondi per compensare il taglio delle nuove tariffe e impedire che il settore della sanità privata, stampella irrinunciabile del servizio sanitario pubblico, subisca contraccolpi. In Sicilia però la Regione ha le mani legate a causa del piano di rientro stabilito tra Stato e Regione. Il Cimest (il Coordinamento intersindacale medicina specialistica di territorio), ha proclamato lo stato d’agitazione, in attesa di una soluzione tra Roma e Palermo che scongiuri il fallimento delle aziende private, come paventato da Barbara Cittadini, presidente dell’Aiop, l’Associazione italiana ospedalità privata, che ribadisce: “In Sicilia sarà un disastro, le strutture che erogano prestazioni specialistiche si troveranno con una tariffa al di sotto dei costi di produzione diretti e indiretti, come il materiale sanitario, le risorse umane, i costi energetici, l’inflazione. C’è stato un incremento sensibile di tutte le materie prime e il nuovo tariffario non ne ha tenuto conto”.
teleacras angelo ruoppolo