LE ONDE DEL MARE LAMBISCONO IL “TEATRO PIRANDELLO” DI AGRIGENTO
Testo e foto di Diego Romeo
Calma ragazzi, il fact-checking ci dice che le onde, il mare, la storia tutto è “meta” e surreale in questo “Calamaro gigante” dove giganteggia la “calamara” Angela Finocchiaro che in poco più di 90 minuti riesce a trasferirci il senso delle 136 pagine del bel libro di Fabio Genovesi “Il calamaro gigante”. Sulla scena del “Pirandello” è affiancata da un altrettanto incisivo Bruno Stori, da danzatori-marinai equilibristi diretti da Carlo Sciaccaluga con la strepitosa scenografia di Anna Varaldo, ci offre uno spaccato di quella “letteratura del mare”, di storie surreali e di metafore che ha riempito per secoli pagine, tele, pellicole, pentagrammi e prosceni. Uno smilzo programma di sala ( ma perché non si stampa con più informazioni?) ci suggerisce che” la vita di Angela è assurda e incomprensibile come quella di ognuno di noi. Da ragazza tanti sogni e passioni le facevano battere il cuore, ma i binari rigidi della società e della famiglia l’hanno portata a una situazione che è come un boccone amaro incastrato in gola e non va né su né giù. Oggi più che mai: tornava a Milano per la cena dell’ufficio, ma il rientro dei vacanzieri dal mare la blocca in coda verso Roncobilaccio. Angela maledice tutta quella gente, maledice pure il mare da cui tornano. E ha ancora la bocca aperta quando un’onda impossibile la porta via, travolgendo e stravolgendo la sua vita…Monfort. Così inizia il loro viaggio”. Alla fine ogni spettatore trova quello che ha sempre cercato o meglio quello che più gli si addice consentendogli di riflettere su chi siamo davvero e su tutti gli altri meccanismi che ci imprigionano come vittime o come carnefici. Ad ognuno i suoi Leviatani o Balene Bianche ma di certo qui il mare non è più una distesa temibile ma un soggetto estetico che prende vita ad effetto con immensi lenzuoli setosi agitati dai marinai-danzatori che, francamente, ho trovato più veritieri e rassicuranti del plasticoso mare dell’Amarcordfelliniano che agita le barche dei plaudenti il passaggio del transatlantico “Rex”. La creazione poi delle creature marine di Alessandro Baronio avrebbero fatto la felicità di bambini e popoli fanciulli. Gli applausi finali degli spettatori mi sembra lo abbiano dimostrato.