PER “I GIGANTI DELLA MONTAGNA” LE PERSONE SONO “PUPI” O “BIRILLI”
di Paolo Cilona
Agrigento non è Teano. İl sindaco non è Vittorio Emanuele II e il presidente della Fondazione di “Agrigento capitale della cultura 2025” non è il generale Garibaldi. Teano è il luogo in cui l’eroe dei due mondi al cospetto del sovrano pronunciò “Obbedisco”. Così ha fatto il prof. Minio alla richiesta del sindaco rassegnando le dimissioni per favorire un avvicendamento politico fortemente richiesto dal presidente della Regione. İl sindaco non ha difeso Minio, si è comportato al pari di uno storico personaggio che si lavo’ le mani portando al patibolo un innocente. Certo Minio e gli altri componenti della Fondazione non hanno vinto un concorso pubblico, sono stati nominati per grazia ricevuta ovvero secondo l’appartenenza politica (Fratelli d’Italia, Forza Italia, e amici di Di Mauro). Ora non si comprende la pressante richiesta di Schifani relativa alle dimissioni del solo presidente e non dell’intero Consiglio di amministrazione, costituito per lo più da giovani avvocati, rampanti politici, privi di esperienza nel campo della promozione turistica, economica, convegnistica, ricettiva, culturale ecc.ecc. Al di là dei curricula emerge in modo palese la strategia di Schifani di tagliare o meglio ridimensionare la Fondazione. Gli atti amministrativi della Regione e le deliberazioni conseguenti sono indirizzati in tal senso, vedi il D.A. n.27 del 06/03/2024. In questo doppio gioco si sono accavallati ritardi, incomprensioni, pulsazioni di ogni tipo. İn verità non c’è stata un’unica cabina di regia. Quello che era ieri, oggi non lo è più. E qui vengono alla memoria i protagonisti dei Promessi Sposi :don Rodrigo e don Abbondio. Se la Fondazione diventa una palla al piede allora è meglio smettere. Troppi soggetti e tanti egoisti in campo. Al momento i flussi di denaro sono stati emessi solo dalla Regione (İ Volo, oltre un milione di euro; una spesa dî mezzo milione di euro per asfaltare di corsa sotto la pioggia le strade dallo stadio Esseneto a piazza Municipio al fine di evitare sussulti alla berlina del Capo dello Stato, coprendo buche, tombini, prese d’acqua delle strade ed altre spese). Eppure siamo criticati su tutti i giornali e le televisioni del mondo per i ritardi le sbavature, i conflitti di competenza, i due loghi, la presenza di tanti e tanti militanti di Fratelli d’Italia al teatro Pirandello in occasione della venuta di Mattarella, senza rispettare il protocollo. Quello che sta emergendo ad Agrigento non e’ cultura ma cultura della clientela e dello sperpero del denaro pubblico.
Nessuno degli attori e delle comparse in campo che hanno recitato a soggetto potrà fermare il vento della verità che prima o poi soffierà sulla città dei paradossi.