AL “POSTA VECCHIA” DI AGRIGENTO UN CIAMPA COL PUGNO CHIUSO [foto e video]
testo e foto diego romeo
Qualche anno fa Giovanni Volpe con Gaetano Aronica avevano portato il teatro politico sulla spianata del Tempio della Concordia in una delle ormai famose albe nella valle, oggi sommersa dal mito degli dei che si dilettano a farsi beffe degli uomini, ci suggerisce Marco Savatteri. Di quei “piccoli uomini feroci” che nell’Agrigento capitale della cultura riscrivono il finale dei “Giganti della montagna” dove le persone sono considerate “Pupi” o “Birilli” da abbattere e sostituire.. Non dimenticato metteur en scene di opere di Ruccello, in questo “Berretto a sonagli” Volpe mostra, come al solito, polso registico e riflessione politica esibendo la fila dei suoi attori con braccio alzato e pugno chiuso nel saluto di un immaginario Komintern da cui usciranno tutti sconfitti o duramente ammaccati nell’anima e nel corpo. La chiave di volta è nell’inizio dove la signorona Beatrice Fiorica sembra passare in rassegna,( lei composta e severa dark lady), questo plotone di bella famiglia col pugno chiuso. La Fiorica trova nella espressione di Fabrizia Lazzara una più che credibile interprete che agevola la regia nel creare una atmosfera che trascolora tra Weimar e telefoni bianchi ( la Lazzara è somigliante alla splendida Yvonne Sanson dei film con Amedeo Nazzari) e con echi musicali che si ripetono anche nel finale dove tra i belati della Fiorica viene recuperato un motivetto erotico-noir “alla Fassbinder”.. Francamente alla fine si ha la sensazione che la vincitrice (anche se a caro prezzo) del kammerspiel pirandelliano sia proprio lei, Beatrice. Si, proprio quella signorona che in apertura di sipario passava in rassegna quei poveracci col pugno chiuso obbedienti a un Komintern che si rivelerà fallimentare. Di rilievo oltre a Fabrizia Lazzara il delegato Spanò di Giovanni Tortorici impacciato tra saluto romano ( Musk lo fa meglio) e stato di diritto. E poi Angelo Costanza, Ida Agnello, Alfonsina Sciurba, Maria Pia Zerilli, Gloria Mancuso. Ciampa è Giovanni Volpe accorto nel non fare il verso a una filosofia cerimoniosa e rassegnato a rimettersi i pugni in tasca. Tutto sommato una messa in scena che dimostra ancora una volta come “Il berretto a sonagli” sia una grande palestra attoriale e registica per grandi e normali professionisti.