Lo stupro a Palermo: “La ragazza come una marionetta”
Sono state depositate le motivazioni della sentenza di condanna a carico dei sei imputati maggiorenni del presunto stupro di gruppo di Asia al Foro Italico a Palermo. I dettagli.
Lo scorso 8 novembre il Tribunale di Palermo ha condannato i sei imputati ventenni del presunto stupro di gruppo a danno di Asia, 21 anni, al Foro Italico, a Palermo, il 7 luglio del 2023. La sezione penale del Tribunale di Palermo presieduta da Roberto Murgia, a fianco di Claudia Camilleri e Davide Pavesi, ha emesso sentenza, applicando lo sconto di pena di un terzo frutto del giudizio abbreviato: Angelo Flores 7 anni di carcere, Gabriele Di Trapani 7 anni, Christian Maronia 7 anni, Elio Arnao 7 anni, Christian Barone 6 anni e 4 mesi, e Samuele La Grassa 4 anni perchè non ha stuprato ma si è limitato ad assistere non intervenendo però a difesa della vittima: un’attenuante. Un settimo imputato, ancora minorenne 17enne il 7 luglio del ’23, Riccardo Parrinello, è stato anche lui condannato a 8 anni e 8 mesi di reclusione a conclusione del giudizio abbreviato. Ebbene adesso la stessa sezione penale ha depositato le motivazioni della sentenza, 110 pagine che saranno lette con attenzione dagli avvocati difensori per valutare se ricorrere in Appello oppure no. E i giudici tra l’altro, avvalendosi dei video di quanto accaduto registrati da Angelo Flores, scrivono: “Quelle che ad uno sguardo superficiale e cinico possono apparire squallide immagini pornografiche, sono invece sequenze che hanno immortalato lo stupro di una vittima, in quei frangenti, totalmente inerme. Sono video crudi e disturbanti. La ragazza appare, infatti, alla stregua di un oggetto inanimato, una marionetta, una cosa senza vita che si muove meccanicamente ed emette gemiti lamentosi e inconsapevoli. E contrariamente a quanto sostenuto dalla difesa, sono tutt’altro che interpretabili come gemiti di piacere”. E poi, in riferimento al presunto consenso di lei, altrettanto sostenuto dalla difesa, i giudici scrivono: “Gli imputati hanno agito non semplicemente presumendo il consenso della vittima, ma disinteressandosi totalmente della questione, nonostante l’evidente inferiorità fisica e psichica, non potendo i suoi costumi sessuali costituire argomento di prova per l’esistenza, reale o putativa, del consenso. In nessun caso la ragazza avrebbe potuto dichiarare di essere intenzionata a intrattenere, come poi è avvenuto, rapporti sessuali brutali in uno squallido cantiere edile, venendo girata e rigirata da chiunque di loro intendesse in quel momento farlo nel disinteresse più totale di quali potessero essere i suoi desideri. La ragazza ha raccontato una dinamica dei fatti nell’ambito della quale, con dolore, delusione e senso di colpa, ella si era attribuita un ruolo nell’attivazione di quel meccanismo che aveva poi, però, condotto alla verificazione di una talmente brutale aggressione alla sua persona. Avrebbe accettato di seguire il gruppo. Si era infatuata di Angelo Flores al punto di accettare la sua richiesta (‘siamo in sette, andiamo’), sempre per compiacerlo, sperando in un finale diverso”. E invece fu stuprata.
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