NELLA CITTA’ GRIGIA QUANDO SI ASFALTANO I TOMBINI I TOPI PERDONO L’ORIENTAMENTO
di Mario Gaziano
“La città grigia”è un romanzo illustrato di uno scrittore tedesco, Torben Kuhlmann,. che in uno dei suoi romanzi con disegni, di successo internazionale, crea fantasiosamente un gruppo di scienziati “alternativi” che inventano , per migliorare il grigiore della propria “città troppo grigia” per tutti: gli ambienti urbani, il cielo, gli animi, le stesse culture.…, inventano narrativamente (tra ironia e poesia) uno speciale superapparecchio ottico che può cambiare tutti i colori, fisici, umani e gli ambienti della città tristemente grigia.
Con una specifica qualità: protagonisti di tutti i suoi romanzi sono i topi.
In “Einstein” i topi vivono la relazione tempo-spazio con collegata relatività.
In “Armstrong” i topi conquistano, a modo loro, la Luna.
O fanno il giro del mondo in 80 giorni.
Ora questo è! : il mondo dei topi, si sa, sono prevalentemente le fogne.
Se, (è un paradosso,naturalmente), si asfaltano i tombini, questi poveri ratti perdono l’orientamento.
Si dirà “Niente male”.
Ma no! NO! Siamo nella fantasia, In un mondo – si direbbe oggi – fantasy.
Come fantastico, fantasioso e straordinario è il progetto: l’invenzione di uno megastellare strumento ottico che riesce a cambiare i colori delle urbanità, delle umanità,dei sentimenti e delle stesse culture : dal grigio (sostanzialmente incolore) a variopinti colori.
Ecco Agrigento 2025: Cieli grigi e bui come non mai. Palazzi senza colori, luci di città blande e lacrimevoli senza alcuna vitalità (via Gioeni al buio): esse stesse –le luci- anonimi riflessi della indifferenza dei cittadini che prima ancora degli eventi straordinari (che non si vedono) vorrebbero risolti problemi esistenziali-
Gli stessi anìmi ingrigiti dalla mancanza d’acqua, dai disservizi generali,dai servizi mancanti,dalla mediocrità di una coscienza culturale identitaria evoluta.
(Gli unici a sorridere: i componenti della troupe amministrativa ,tra Sindaco,assessori e varia umanità che se la godono alla BIT di Milano).
Allora? Allora non ci resta che sperare nei colori sfavillanti della Sagra del mandorlo 2025 con il talento di Riccardo Cacicia e di Carmelo Cantone. O forse di più: nel buon San Calò con il trionfo di una umanità oggi indistinta e contrapposta, finalmente unita nel grido evocativo “ E…Vivasancalò”
Insomma la grandiosità dell’evento 2025 resta legato a manifestazioni di sempre e di grandissimo coinvolgimento. E, sempre comunque, all’austerità immortale della Valle dei Templi. E alla immensità di Luigi Pirandello. Ecco perché Agrigento è capitale nazionale della cultura. Non altro.
E a fronte: Gorizia Capitale europea della cultura 2025 con un programma dove trionfa straordinariamente l’identità italiana-slovena.
