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Livatino riposa in Chiesa

A Canicattì con un corteo cittadino è stata traslata dal cimitero comunale alla Chiesa Santa Chiara la bara di Rosario Livatino. La cerimonia.

Come disposto dall’arcivescovo di Agrigento, monsignor Alessandro Damiano, già autorizzata dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, è avvenuta la traslazione, dal cimitero di Canicattì alla Chiesa di Santa Chiara, delle spoglie mortali del Beato Rosario Angelo Livatino, primo magistrato elevato agli onori degli altari il 9 maggio 2021, ucciso a 38 anni dai sicari della Stidda, in odio alla fede, il 21 settembre del 1990. Il corpo è stato estumulato al cimitero, dalla cappella di famiglia, dove ha riposato insieme ai genitori, per essere trasportato nella chiesa di Santa Chiara, dove sarà venerato dai fedeli. Presenti le cariche civili, militari e religiose dell’intera provincia. La bara, lignea con rinforzo in zinco, ha percorso il tragitto: via Nazionale, via Capitano Ippolito, piazza IV Novembre, corso Umberto, prima su un mezzo di rappresentanza, e poi, dopo una sosta innanzi al Municipio, la cassa è stata posta su un carrello processionale spinto a mano dai fedeli. Piuttosto che la Chiesa Madre, dove Livatino è stato battezzato, o la Chiesa di San Domenico, da lui frequentata per la celebrazione eucaristica e per la cresima, è stata scelta la Chiesa di Santa Chiara perché è moderna, in periferia, non molto lontana dalla casa dove Livatino ha vissuto. E’ ampia e spaziosa, capace di accogliere in sicurezza più di mille tra fedeli e pellegrini. Il sepolcro è semplice, in marmo, il mausoleo è collegato al reliquiario che ha visitato diverse città d’Italia, con due sbalzi che rappresentano il Vangelo e il codice penale, ovvero ciò che ha orientato il cammino di fede e formativo di Rosario Livatino.

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