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Tumbarello e Messina Denaro: “Ingannato dai due Bonafede”

Innanzi al Tribunale di Marsala è imputato di concorso esterno alla mafia e falso in atti pubblici il medico Alfonso Tumbarello, 72 anni, di Campobello di Mazara, presunto medico di fiducia di Matteo Messina Denaro, firmatario di decine di certificazioni e prescrizioni mediche al boss durante la latitanza e la malattia. Tali documenti sono intestati al paziente Andrea Bonafede, ovvero colui che ha prestato l’identità a Messina Denaro durante gli anni della latitanza. E sarebbero stati veicolati dal cugino omonimo Andrea Bonafede. Su Tumbarello pende una proposta di condanna da parte della Procura a 18 anni di reclusione. In aula è appena intervenuto il difensore del medico, l’avvocato Gioacchino Sbacchi, che tra l’altro ha affermato: “Il dottore Tumbarello è stato ingannato dai due cugini omonimi Andrea Bonafede. Il medico non sapeva che i suoi certificati erano per il boss allora latitante. Il reato da imputare non doveva essere il concorso nell’associazione mafiosa, bensì il favoreggiamento personale a Messina Denaro. E il falso non l’ha commesso Tumbarello, ma Andrea Bonafede. L’accusa è frutto di una suggestione. Nell’arco di due anni, il dottor Tumbarello non ha cancellato nulla dal suo telefono cellulare, né contatti, né messaggi scritti con Bonafede Andrea. Messina Denaro è stato assistito dai due Bonafede”. La sentenza è attesa il 7 maggio.

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