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Il ritratto di Totò Riina all’asta

Il terzogenito di Totò Riina, Giuseppe Salvo, ha pubblicato sulle sue pagine Facebook e Instagram un post con un ritratto del padre. I dettagli.

Giuseppe Salvo Riina, secondo figlio maschio e terzogenito dell’ex capo dei capi di Cosa Nostra, ha pubblicato sulle sue pagine Facebook e Instagram un post con un ritratto del padre. E, oltre 500 like, sono stati scritti decine di commenti di follower entusiasti e con apprezzamenti verso Totò Riina. Del tipo: “Bellissimo grande uomo”, “Grande zio Totò”, “Onore a un uomo che non ha mai chinato il capo davanti alla vera mafia che è lo Stato”, “Bellissimo, ne voglio uno”. E alle domande se fosse in vendita, Giuseppe Salvo Riina ha prontamente risposto e ha scritto: “Adesso farò un sorta di sondaggio sorteggio tra tutti i miei follower di Facebook sia di Instagram. Sceglierete voi stessi un ritratto tra tutti quelli che ho ricevuto, e il più votato tra tutti questi lo metterò all’asta e qualcuno di Voi lo potrà avere in casa propria come opera d’arte unica. Il dipinto prescelto per essere battuto all’asta sarà firmato (dietro la tela) da me. E lo invierò all’aggiudicatario con un biglietto di carta redatto di mio pugno, dove sarà dichiarata l’autenticità dell’opera d’arte e che rispecchia al 100% quella che è postata in questo momento sui miei Social Network…!!!”. E un follower commenta: “Magari… andrebbe sold out in pochi minuti”. Non è la prima volta che Giuseppe Salvo Riina si cimenta sui social, con post ritenuti spesso discutibili e inappropriati. Ad esempio, lo scorso Ferragosto ha pubblicato un post sui social, e ha scritto: “Buon Ferragosto a tutti voi da: Via Scorsone 34, 90034 Corleone, Italia”. E a corredo ha inserito una sua foto che lo ritrae con occhiali da sole a specchio e cappello sportivo. Ebbene, da tanti tale post è stato interpretato come una provocazione, una sfida allo Stato. E ciò perché la via storica dove è l’abitazione della famiglia Riina, la via Scorsone, dal novembre del 2018 non è più via Scorsone ma via Cesare Terranova, il giudice ucciso dai corleonesi di Riina e Provenzano il 25 settembre del 1979, insieme al suo collaboratore, il maresciallo Lenin Mancuso. L’ex Commissione straordinaria del Comune, composta da Giovanna Termini, Rosanna Mallemi e Maria Cacciola, che per più di due anni ha retto il Comune di Corleone sciolto per mafia, decise di cambiare il nome alla strada come segnale di presenza dello Stato. E l’iniziativa fu condivisa e sostenuta dal prefetto di Palermo dell’epoca, Antonella De Miro. Già alcuni mesi prima del novembre del 2018, le commissarie prefettizie, senza alcun timore riverenziale, notificarono in via Scorsone 34 a casa di Ninetta Bagarella, vedova di Totò Riina, una ingiunzione di pagamento della tassa sui rifiuti. Poi l’arcivescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi, ordinò che le processioni non sfilassero più sotto casa dei Riina. Giuseppe Salvo Riina è rientrato a Corleone nella primavera del 2023. Ha scontato una condanna a 8 anni e 10 mesi per associazione mafiosa, riciclaggio ed estorsione. Dopo la scarcerazione è stato tra il Veneto e l’Abruzzo. E’ stato ammesso al regime di affidamento ai servizi sociali, e ha svolto un percorso di reinserimento sociale con l’Associazione famiglie contro la droga, terminando gli studi e laureandosi. Ha anche scritto un libro: “Riina family life”, tradotto pure in inglese, in cui racconta la sua vita e quella della sua famiglia.

teleacras angelo ruoppolo

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