SI AUSPICA IL RISVEGLIO DEGLI DEI E QUELLO DEI CITTADINI IN QUESTE NUOVE E VECCHIE PROTESTE CIVILI
İl gesto del rappresentante del Codacons è ammirevole e nel contempo provocatorio. İl problema dell’acqua riguarda tutti gli agrigentini rossi, bianchi, alti e bassi, ricchi e poveri. Alla manifestazione precedente organizzata dal Cartello sociale partecipò tantissima gente di ogni quartiere e principalmente del centro storico. Fu il trionfo della protesta. Mantenere viva la fiammella del problema ancora non risolto è interesse dell’intera comunità. A questo punto torna alla mente la bellissima poesia del medico Giuseppe Serroy in ordine al carattere degli agrigentini sempre soggiogati dall’accidia e dall’invidia. Giuseppe Serroy lo scrisse per l’instancabile amore per la città di Girgenti alla quale augurava quella rinascita civile che una classe politica dominante impediva. Scrupoloso osservatore della realtà sferzò i costumi, i vizi, la mentalità di un ambiente che accennava passivamente la crisi di un Risorgimento tradito ed adulterato. İl Sit-in di Giuseppe Di Rosa ha il merito di scuotere le coscienze, di richiamare l’attenzione dei potenti alla responsabilità con lo scopo di trovare urgenti soluzioni per contrastare la crisi idrica. Non ha senso contare il numero dei partecipanti all’iniziativa del Codacons. La Storia maestra di vita ci dice che a fare le rivoluzioni sono le minoranze composte da persone illuminate disposte a tutto per l’amore del proprio paese. İ Sit-in costituiscono al di là del numero degli aderenti forme di autentica resistenza contro gli abusi del potere. 43 anni addietro Agrigento scendeva in piazza per l’acqua. İn prima fila amministratori comunali, dirigenti sindacali, operatori culturali e gente comune. Una manifestazione popolare, un ricordo indelebile di una città assetata che non trova risposte al suo atavico dramma. Eppure si è scoperto che dentro le mura del Comune sussiste una fonte d’acqua importante. Si tratta di un grave paradosso che il sindaco deve chiarire a fronte delle critiche del responsabile della protezione civile che nella riunione al palazzo della provincia suggeriva ai sindaci di darsi da fare e di trovare nuovi pozzi. Vi sono nella nostra città tante sorgive d’acqua.Un sistema idraulico che grazie ad una ingegnosa rete di ipogei consentiva agli akragantini di soffrire la sete. Oggi vediamo gli abbeveratoi affollati da tanti che vi attingono l’acqua con i bidoni e tantissimi camion con enormi contenitori. Questo dimostra che esistono punti dove è possibile incanalare il prezioso liquido. Allora nasce spontanea la domanda da rivolgere a Ministri deputati, sindaci, amministratori dellAica, Sicilia Acque, etc. etc: cosa fate se non riuscite a soddisfare a questa prima necessità? İl popolo sovrano (agrigentino e siciliano) resta sempre assetato.