QUANDO L’EX-MINISTRO SANGIULIANO VOLLE AGRIGENTO “CAPITALE DELLA CULTURA”
di Paolo Cilona
L’ex ministro della cultura Gennaro Sangiulianoaveva più volte incontrato il sindaco di Agrigento Francesco Miccichè e l’assessore Ciulla con i quali si confrontava in ordine ai problemi conseguenti al titolo di Agrigento capitale della cultura 2025. Incontri per definire programmi e strategie per l’anno che verrà. Correva il 29 marzo del 2022 allorquando nella grande sala del Ministero alla cultura il ministro Sangiulianoufficializzava la proclamazione di Agrigento di Capitale della cultura. Grande soddisfazione del sindaco ma anche del ministro il quale con un grande sorriso sulle labbra disse al giovane assessore Ciulla “ce l’abbiamo fatta”. Un modo per dimostrare la sua vicinanza alla città dei Templi e soprattutto al partito di riferimento. E tutto questo dimostra che ci sono ministri che sovrastano le scelte in riferimento alle stagioni politiche ovvero al colore di appartenenza. Quel giorno nella sede ministeriale tutti vivevano in una specie di assoluta sovranita’ dove la verità non veniva mai detta, né messa in pratica, e nemmeno pensata, ma solo rappresentata da un disegno arbitrario ben preciso. Due anni dopo registriamo la caduta del ministro Sangiuliano per avere dato ampia considerazione affettiva alla signora Maria Rosaria Boccia che lo hanno costretto a rassegnare le dimissioni. Per la città di Agrigento non e’ cambiato niente in quanto vola nel cielo infinito in forza delle decisioni prese dalla presidenza della Regione che non guarda a spese. Eppure a differenza dell’ex ministro Sangiuliano sul quale e’ stata aperta una inchiesta per eventuali danni erariali dovuti alla generosa ospitalita’ a favore della signora Boccia, la stessa attenzione dovrebbe èssere presa dalla Corte dei Conti in ordine ai due concerti nella Valle dei Templi con riferimento alla legge Ronchey che stabilisce il pagamento per l’uso dei siti archeologici. Il grande fiume di denaro scorrera’ dalla vetta del monte regionale verso il mare akragantino in una rincorsa febbrile dove i predestinati operatori culturali ne attingeranno i benefici.