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Per una nuova politica del libro



Redazione

L’attuale contesto politico-economico e gli sviluppi tecnologici sono l’occasione per nuove sfide di crescita e cambiamento. L’intera filiera del libro e della lettura composto da librerie, biblioteche e case editrici individua a tale scopo interventi urgenti di rilancio e di sostegno che tengano conto della struttura competitiva del settore e della sua peculiarità. Un settore, è opportuno ricordarlo, che vale 3,5 miliardi di fatturato e circa 70mila addetti, compreso l’indotto.

La congiuntura politico-economica

Nel 2023 e nei primi mesi del 2024, le vendite dei libri hanno registrato una mancata crescita in termini monetari, che significa una riduzione in termini reali, se si considera l’impatto dell’inflazione e in particolare il forte aumento del costo della carta negli ultimi anni.

Questa situazione congiunturale si associa a una strutturale debolezza della lettura, in particolare nelle regioni del Sud, nelle aree periferiche e nei centri urbani più piccoli e si somma alle debolezze di lunga data della politica pubblica, per l’esiguità degli investimenti in promozione della lettura, sul diritto allo studio, nel sostegno alle imprese. In una parola la situazione del mondo del libro può essere definita come di “fragilità”.

La filiera editoriale è ancora un settore robusto ma questa fragilità ne riduce la capacità di affrontare la nuova rivoluzione digitale dell’intelligenza artificiale, con tutte le opportunità e i rischi che comporta.La struttura pluralista del mercato




La filiera editoriale è composta da molti piccoli imprenditori e da alcune grandi imprese. Questa diversità è una ricchezza che consente di coprire tutti gli ambiti del mercato. Ma sappiamo anche che essere piccoli impone costi aggiuntivi e rende fragili gli equilibri. Per affrontare un mondo che cambia, si globalizza e si innova continuamente, anche le piccole imprese devono crescere in termini professionali, di competenze e di capacità di ricorrere a servizi sofisticati. Le nostre proposte tengono conto delle diverse esigenze tra piccole e grandi imprese, tra imprese che si collocano in punti diversi della filiera e del ruolo fondamentale di soggetti non imprenditoriali, in primis le biblioteche.
Le nostre priorità

  1. Sostegno alla domanda. Le carte Cultura Giovani e Del Merito: I dati disponibili ci dicono che l’avvio delle nuove carte Cultura giovani e del Merito è inferiore alle attese. I giovani registrati hanno impegnato solo la metà dei fondi stanziati. È necessaria una proroga del periodo di registrazione accompagnata da una campagna informativa e promozionale. Considerato che i diciottenni italiani spendono il 61% dei loro bonus in libri, l’impatto sul mercato delle nuove carte sarà inferiore di 62 milioni di euro rispetto all’ultima edizione della 18App. Un impatto molto forte sul settore. È urgente modificare i termini fissati dal D.M. 29.12.2023, n. 225, sia quello per la registrazione dei giovani, già scaduti al 30 giugno, così da consentire l’accesso alla misura fino al 31 dicembre sia la possibilità di spendere il bonus (attualmente limitato al 31 dicembre) almeno fino al 30 aprile 2025. La novità dovrebbe essere accompagnata da una efficace campagna informativa e promozionale.

Allo stesso tempo è fondamentale confermare la dotazione finanziaria (190 milioni come fissata dall’art. 1, comma 630, L. 197/2022) e riformulare la norma prendendo atto delle difficoltà riscontrare in prima applicazione. Si propone di ripristinare l’universalità del contributo, caratteristica che accomuna tutte le misure simili di altri paesi europei, mantenendo una premialità per le famiglie meno abbienti e per i diplomati più meritevoli. Secondo le nostre simulazioni, a parità di dotazione finanziaria si potrebbe prevedere una somma “universale” di 300 euro e somme aggiuntive di 200 euro per le famiglie con ISEE al di sotto di 35mila euro e per i diplomati con il massimo di voti.

  1. Sostegno alle biblioteche. Riattivare, migliorandone le modalità di attuazione, la misura dedicata alle biblioteche per gli acquisti di libri nelle librerie del loro territorio che si è dimostrata efficace. È urgente quindi rifinanziare il fondo istituito con D.L. 34/2020, art. 183, comma 2 e rinnovato fino al 2023, originariamente con una dotazione annua di 30 milioni. La norma può essere migliorata con meccanismi che garantiscano che il finanziamento statale sia aggiuntivo e non sostitutivo delle risorse ordinarie, trovando modalità che favoriscano le aree del Paese con più bassi tassi di lettura e chiarendo il rapporto tra la necessità di ricorrere a librerie del territorio e vincoli derivanti dalle norme sugli appalti in materia di sconto.
  2. Misure in favore delle librerie. Oltre al ripristino del bonus biblioteche, fondamentale anche per le librerie, occorre incrementare le risorse stanziate destinate al credito d’imposta riconosciuto alle librerie in compensazione di tasse, spese e contributi attualmente non sufficienti a coprire la spesa storica; occorre inoltre sostenere l’apertura di nuove librerie nelle zone che ne sono prive e il rinnovo della rete commerciale con la costituzione di un fondo rotativo nazionale. Misure a difesa della bibliodiversità e del pluralismo nella produzione editoriale. Introdurre un credito d’imposta destinato alle imprese editoriali indipendenti con fatturati entro i 2 milioni di euro, a valere su spese di personale, stampa, innovazione tecnologica.
  3. Ridurre gli effetti inflazionistici sui prezzi dei libri. Poiché i costi di produzione con la maggiore crescita sono stati quelli della carta, l’estensione ai libri del credito di imposta per l’acquisto della carta, già riconosciuto ai giornali, può ridurre l’effetto inflazionistico sul settore.
  4. Incentivi specifici per innovazione. Incentivare le imprese della filiera e in particolare le PMI per gli investimenti in beni immateriali: software, intelligenza artificiale, soluzioni digitali.
  5. Promozione del libro e della lettura. Ènecessario accrescere l’impegno del Centro per il libro e la lettura – già lodevole – attraverso un aumento dei fondi, la sempre maggiore valorizzazione del ruolo di biblioteche e librerie e un focus sui divari territoriali (Nord/Sud, centro/periferia, città/piccoli centri).

Riteniamo che i primi 4 punti debbano essere presi in considerazione fin dalla prossima legge finanziaria.

Conclusioni

La situazione attuale del mondo del libro è complessa, con punti di forza e alcune criticità. Intervenire su queste ultime in modo tempestivo produrrebbe effetti molto positivi sull’intero comparto. In un’ottica di medio-lungo termine, dando concretezza a un progetto che governi precedenti hanno promesso senza alcun risultato, tali misure – assieme alla previsione di una detrazione fiscale per l’acquisto di libri, a incentivi per l’internazionalizzazione, nonché alla creazione di una legge nazionale sulle biblioteche e la definizione di livelli minimi uniformi di qualità delle biblioteche – possono trovare la giusta collocazione in una legge organica sul libro, auspicata da tempo da tutti gli attori della filiera del libro e della lettura.

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