Cultura e spettacoliPrimo Piano

LA RELATIVITA’ IDEOLOGICA DELLA PACE 

*di Rocco Agnone

( Già cancelliere negli anni 70 del tribunale di Agrigento e già Provveditore agli studi di Ragusa, Rocco Agnone ha scritto in esclusiva per ITALYFLASH un piccolo saggio dove disvela il vero volto della pace fuori dalle incaute  ipocrisie delle attuali diplomazie). 

Rendere accettabili fatti decisamente discutibili e tutt’altro che accettabili, esaltando a parole particolari valori, menzionando superficialmente singoli fatti eliminando la citazione di altri fatti collaterali significativi, così occultando precisi interessi decisivi per la spiegazione degli eventi sui quali si discute, evidenzia cosa si intende per uso ideologico del pensiero. Nell’attuale dibattito sulla pace, suscitato dalle guerre in Ucraina e a Gaza, ciò appare chiaro.  Volgendo l’attenzione in particolare alla guerra in Ucraina, le giustificazioni valoriali messe in campo da Stati Uniti, Nato, Unione Europea e organi di stampa allineati a sostegno della collaborazione armata vogliono legittimare i loro comportamenti eliminando qualsiasi riferimento ad altri fatti con precise connotazioni. Tale quadro valoriale mette intanto sullo sfondo una presunta configurazione geopolitica mondiale quale premessa indispensabile per spiegare l’attuale essenza della convivenza umana. Il pianeta sarebbe sostanzialmente diviso in due: da un lato il c.d. Occidente è lo spazio dove alberga il bene dell’umanità, cioè la democrazia, e dall’altro c’è lo spazio che arreca danni all’umanità e che attenta alla democraticità. Concezione che richiama alla mente una distinzione giustificatrice dell’epoca colonialista, espressa dal concetto di superiorità delle nazioni civili (occidentali), esportatrici della civiltà (anche se tale esportazione comportava l’importazione di beni sottratti a popoli ritenuti scarsamente civili).E’significativo che una certa stampa, che assume il volto missionario della difesa dell’etica pubblica internazionale, rincorra continuamente la messa in evidenza di comportamenti censurabili addebitabili all’altra parte del mondo ed in particolare alla Russia.

Però la storia, anche recente e contemporanea, rivela come questo ampio e molto variegato territorio, l’Occidente, dove germoglierebbero quasi naturalmentegrandi valori umanitari, abbia registrato e registri, accanto ad eventi senz’altro positivi per il destino dell’uomo, anche eventi che non è esagerato definire mostruosi. In Europa ad es. hanno avuto risalto diffuse concezioni autoritarie, regimi assolutistici, diseguaglianze notevoli, continue guerre tra nazioni, lo sfruttamento colonialista e del lavoro, la sottomissione di molteplici uomini a cui è stata imposta l’obbedienza. Per quanto riguarda l’America per ora basta citare la realizzazione in pieno regime democratico prima della schiavitù dei neri, poi di fatto rimasta sotto la forma della dura discriminazione, nonché il genocidio dei nativi americani, al quale ha dedicato un’ottima indagineCarlo Pizzati,  su Longform della “ Repubblica dell’1 settembre, il quale mette in evidenza la rilevanza dell’espansionismo strutturale- economico come causa dell’attacco alle popolazioni indiane e la creazione da parte di soggetti molto potenti del mito del West a mezzo di opere letterarie e, poi, cinematografiche per occultarela nefandezza del genocidio. È rilevante, quindi, sottolineare come la nascita nel c.d. Occidente di istituzione democratiche è stato il frutto di lotte contro i prevalenti poteri egemoni da parte di uomini e movimenti ai quali i potenti dello stesso territorio, cioè l’Occidente, hanno fatto pagare prezzi di non poco conto. Lotta per la democrazia che, peraltro, si sta rivelando come un’esigenza perenne perché i nemici più subdoli, e perciò più pericolosi, si trovano all’interno dell’Occidente e, non infrequentemente, anche dentro, o, comunque, accanto alle istituzioni democratiche. Dunque, chi mette in pericolo le democrazie in Occidente: la Russia che avrebbe iniziato a dispiegare il suo piano di invadere anche l’Europa e a mettere in crisi il senso della democraticità facendo, magari, affidamento sulla fragilità delle menti degli uomini occidentali o piuttosto i potentati occidentali con i loro predatori interessi economici?  Secondo il pensiero apologetico sull’Occidente “le regole e i valori di tutto l’Occidente” sono colpiti dall’invasione russa dell’Ucraina, con la quale “l’impero che ha perso la guerra fredda si prende la rivincita sull’intero Occidente” (la citazione, come altre analoghe successive, è tratta dall’articolo, manifesto esemplare di pensiero oggettivamente ideologico, apparso sul quotidiano “La Repubblica” del 12/8/2024 a firma di Ezio Mauro). Quindi proporre la pace rendendo così immutabile l’attuale situazione (ma chi propugna con radicalità la pace non sostiene questa semplicistica e interessata visione della pace) significherebbe addirittura consegnare ai nostri figli un destino misero, cioè un “futuro in cui sarà smarrita l’ultima regola comune,qualsiasi codice condiviso di regolazione dei conflitti…tutti i criteri di distinzione tra il bene e il male”. Insomma l’azione pacifista sarebbe responsabile, se seguita, del futuro crollo della convivenza civile tra gli uomini e aprirebbe, utilizzando l’enfasi parareligiosa  del pericolo che viene denunciato, le porte di questo mondo al Principe del male. Ma un simile pensieroinvolontariamente finisce per rilevare ciò che esso di fatto occulta quando, tra l’altro, sostiene che il concetto di democrazia cha va scelto dai governanti italiani è quello della maggioranza che guida l’U.E., cioè la liberal democrazia atlantica e filo-ucraina. Quindi l’accostamento tra democrazia e patto atlantico, incarnato dell’ente NATO, definisce l’intima portata della democrazia auspicata, da salvaguardare e diffondere. Si tratta della democrazia di cui sarebbe tutore e ispiratore l’ente NATO e di chi lo domina, cioè gli U.S.A. Ma tale democrazia è una democrazia di facciata, utile a giustificare qualunque iniziativa al servizio di concreti interessi, soprattutto economici. La NATO, dopo la c.d. sconfitta dell’impero russo, ha continuato ad essere un braccio armato del vincitore, cioè dell’altro impero (tra democrazia e impero ci può essere consonanza?  O, magari, nel caso degli U.S.A. e della NATO   è sostenibile la sussistenza di un impero etico, la cui funzione essenziale è la nascita e la tutela della democrazia nel mondo, e, di conseguenza, della libertà, dell’eguaglianza e della pari dignità politica ed economica di tutte le nazioni?). Va messa alla prova dei fatti la consistenza della tesi paradossale, in quanto contraddittoria, della nazione potente intimamente associata al compito storico dell’avvenire della democrazia. Andando nettamente contro i suoi compiti ufficiali di difesa, la NATO, dopo la disgregazione del patto di Varsavia che doveva fronteggiare, ha assunto iniziative militari attive in mancanza di attacchi militari a proprie nazioni. Inoltre, potendo usufruire del proprio potenziale atomico disseminato in Europa, si è espansa, pretendendo di continuare su questa linea, fino ai confini della Russia. In definitiva si è palesemente rivelata uno strumento della pretesa egemonica sul pianeta della potenza statunitense, peraltro affermata anche dal Presidente Biden. Pretesa egemonica che non ha guardato alla qualità etica dei propri mezzi. Infatti, a volte ha contribuito a distruggere democrazie comeaccaduto ad es. con l’avvento della feroce dittatura diPinochet in Cile, ha sostenuto sempre in SudAmerica regimi autoritari come l’Argentina dei militari. Pretesa egemonica che presentandosi come necessità di impedire l’espansionismo comunista ha consentito l’invasione del Vietnam portandovi una guerra disastrosa o ha sostenuto realtà come Gladio e, parrebbe, anche la P2 in Italia per impedire l’ascesa del P.C.I. e, comunque, la realizzazione di un processo in economia profondamente progressista (non dice nulla ad es. l’assassinio di E.Mattei ?)  così provocando la perdita della vita di un certo numero di innocenti cittadini, le cui esistenze troncate sarebbero addebitabili solo a gruppi dell’estrema destra fascista? Per quanto riguarda L’Ucraina è accertata la connivenza del potere statunitense nella realizzazione del colpo di stato (un prodotto della democrazia o, magari, per la democrazia?) che spazzò via un presidente dello stato neutralistaaprendo le porte alla collaborazione con U.S.A. e NATO. Non solo perché ciò favori anche la politica di discriminazione dell’elemento culturale russo proprio di non pochi cittadini di alcune regioni dando spazio ai comportamenti, censurati da importanti enti internazionali, degli ammirabili patrioti del battaglione Azov. Tutti questi elementi, oggettivamente negativi per la Russia, però, secondo un autentico pensiero pacifista, ma non secondo la tradizionale mentalità sulla guerra o anche secondo la versione che giustifica le guerre giuste, non dovevano autorizzare la Russia a procedere all’invasione dell’Ucraina anche se da lei proclamatagiusta. Infatti, considerato che le guerre sono in ogni caso apportatrici di distruzione e di morte, dovrebbe essere di applicazione universale il principio di cui all’art.11 della nostra Costituzione, e cioè quello secondo il quale le controversie internazionali non possono essere risolte con l’uso delle armi. Tale principio va applicato anche alla guerra in atto. Talecontroversia va risolta non continuando ad usare le armie moltiplicando in maniera continua i disastri da esse procurate. Data la concreta situazione, non è concepibile che la guerra continui ad oltranza, impedendo qualsiasi trattativa di pace, fino ad una impossibile vittoriadell’Ucraina (o si vuole che intervenga la Nato con il suo intero arsenale militare per arrivare ad una vittoria,ammesso che arrivi, priva, però, di qualsiasi valore pergli immani disastri che una simile guerra provocherebbe?). Porre questa soluzione destituisce di un serio fondamento il parlare di pace giusta e, in maniera più sottile, di pace che non può essere disgiunta dalla giustizia. Qualunque ne sia la causa le guerre, soprattutto oggi, producono immani disastri e, in particolare, molte perdite di vite innocenti. Salvare vite umane è il valore più grande da perseguire, è un valore che deve prevalere su altri valori veri o presunti. Concepire come una resa qualsiasi iniziativa che tenti senza indugi tale salvaguardia, non gettando altra carne nel fuoco della guerra che continua è disdicevole proprio per la sua mancanza di giustizia. In ogni caso parlare di resa (termine sinistro dell’antica e becera visione bellicista) è fuor di luogo. Anche la resistenza senza uso delle armi di gandhiana memoria è tutt’altro che una resa. Essa consentirebbe che molte vite non vadano perdute e darebbe loro la possibilità, invece di sparire dalla scena del mondo, di operare collettivamente per portare avanti le istanze di liberazione di un popolo (in questo caso veramente verrebbe esaltata la democraticità). Ma, mettendo anche tra parentesi la concezione di Gandhi, nella fattispecie concreta, è proprio il teorizzare la continuità della difesa armata fino alla vittoria che disgiungerebbe la giustizia dalla paceper motivi specifici. Certo è necessario che l’Ucraina cessi di essere occupata, ma, come si deduce da quantogià detto, insieme a questo obiettivo è necessario perseguire contemporaneamente altri due obiettivi: la cessazione dell’espansionismo Nato e il riconoscimento dei pieni diritti dei cittadini ucraini vicini alla cultura russa. Una trattativa di pace che miri alla giustizia devequinsi, anche prevedere la neutralità dell’Ucraina e l’autonomia delle regioni con popolazione russofona, esigenze iscritte nella realtà a prescindere dal carattere autoritario del regime putiniano e dalle interessate discussioni sulle vere intenzioni che avrebbero spinto Putin ad agire (quale senso hanno le supposizioni sulla presunta rivincita degli sconfitti della guerra fredda o sulla presunta intima vena zarista di edificazione della grande Russia?). A questo punto va detto che conferiscono una notevole forza alla correttezza delle valutazioni sopra espresse alcune iniziative e affermazioni di quel radicale e grande pacifista che fu Giorgio La Pira (i pacifisti autentici non sono affatto gli “affetti di ideologismo di chi schernisce le regole di convivenza” o quanti “abbiano un vincolo gregario di servitù nei confronti di Putin”). La Pira, auspicando la trasformazione dell’Europa in terra di pace (“tenda di pace”), sosteneva la necessità della liberazione di essa dalla divisione in due blocchi togliendo dall’Europa le due tende del terrore (la NATO e il patto di Varsavia). In tale prospettiva La Pira, guardando alla guerra in Vietnam, affermava che “il destino storico degli Stati Uniti non è quello militare e della distruzione: è quello scientifico e tecnico della pace, dell’edificazione”. Finalità dell’instaurazione della pace legata dal sindaco di Firenze a ciò che traspare in modo inequivocabile da una domanda che fece al consigliere di J. Kennedy, Schlesinger :“ Bisogna o no cambiare strutturalmente il sistema economico mondiale per metterlo in grado (finalizzarlo) di rispondere alla irrecusabile ed improrogabile promozione economica, sociale, culturale, ecc., di tutte le classi sottosviluppate e di tutti i popoli sottosviluppati?”. Ebbene non c’è pace senza il cambiamento strutturale dell’economia. Posizione che in La Pira scaturiva dalla consapevolezza che “l’unica guerra legittima è la guerra contro la depressione economica, sociale, culturale, e politica dei popoli di tutto il mondo”. 

Crollato il muro di Berlino, scomparso il patto di Varsavia, disgregatasi l’URSS, gli Stati Uniti  hanno forse approfittato della circostanza favorevole per realizzare la radicale conversione auspicata da La Pira? È ampiamente documentato che ciò non è accaduto. Anzi gli eventi storici citati hanno costituito un impulso per continuare sulla vecchia strada mantenendo, tra gli altri, la tendenza all’egemonia mondiale fondata su un sistema economico strutturato ben diversamente da come concepito da La Pira. Per quanto, poi, riguarda l’Europa, significativamente la Nato, assumendo anche posizioni diverse dalla mera difesa, si è espansa fino ai confini dello stato residuato a quella che è stata chiamata la sconfitta nella guerra fredda, cioè la Russia, con l’Ucraina destinata fin da prima dell’invasione sovietica a farne parte. In conclusione a chi straparla di pace e giustizia per far continuare la guerra e i suoi disastri fino a una vittoria di una parte (che non si sa se e quando accadrà), si oppone una realtà mondiale che richiede un profondo cambiamento. Debbono cessare in qualsiasi parte del mondo e in tutte le nazioni comportamenti egemonici che, questi senz’altro, condizionano la convivenza umana. Debbono cambiare volto le strutture economiche, alla base di molti comportamenti egemonici, che, come insegna La Pira, sono in conflitto con la pace. La pace in Ucraina deve, quindi, avere i connotati sopra accennati e, tra l’altro, parlare di neutralità di questa nazione non è secondario. Il rivendicare la neutralità in questo caso va al di là del conflitto tra due nazioni. Certo ciò darebbe un legittimo senso di sicurezza ad una delle parti, ma sarebbe un importante segnale di contrasto ad una tendenza egemonica i cui effetti deleteri sono stati delineati. In questo caso veramente si darebbe un efficace elemento educativo ai nostri figli su cosa va fondata una accettabile convivenza umana.

*(già Provveditore agli Studi di Ragusa)

We use cookies to personalise content and ads, to provide social media features and to analyse our traffic. We also share information about your use of our site with our social media, advertising and analytics partners. View more
Cookies settings
Accept
Privacy & Cookie policy
Privacy & Cookies policy
Cookie name Active

Who we are

Suggested text: Our website address is: https://www.italyflash.it.

Comments

Suggested text: When visitors leave comments on the site we collect the data shown in the comments form, and also the visitor’s IP address and browser user agent string to help spam detection.

An anonymized string created from your email address (also called a hash) may be provided to the Gravatar service to see if you are using it. The Gravatar service privacy policy is available here: https://automattic.com/privacy/. After approval of your comment, your profile picture is visible to the public in the context of your comment.

Media

Suggested text: If you upload images to the website, you should avoid uploading images with embedded location data (EXIF GPS) included. Visitors to the website can download and extract any location data from images on the website.

Cookies

Suggested text: If you leave a comment on our site you may opt-in to saving your name, email address and website in cookies. These are for your convenience so that you do not have to fill in your details again when you leave another comment. These cookies will last for one year.

If you visit our login page, we will set a temporary cookie to determine if your browser accepts cookies. This cookie contains no personal data and is discarded when you close your browser.

When you log in, we will also set up several cookies to save your login information and your screen display choices. Login cookies last for two days, and screen options cookies last for a year. If you select "Remember Me", your login will persist for two weeks. If you log out of your account, the login cookies will be removed.

If you edit or publish an article, an additional cookie will be saved in your browser. This cookie includes no personal data and simply indicates the post ID of the article you just edited. It expires after 1 day.

Embedded content from other websites

Suggested text: Articles on this site may include embedded content (e.g. videos, images, articles, etc.). Embedded content from other websites behaves in the exact same way as if the visitor has visited the other website.

These websites may collect data about you, use cookies, embed additional third-party tracking, and monitor your interaction with that embedded content, including tracking your interaction with the embedded content if you have an account and are logged in to that website.

Who we share your data with

Suggested text: If you request a password reset, your IP address will be included in the reset email.

How long we retain your data

Suggested text: If you leave a comment, the comment and its metadata are retained indefinitely. This is so we can recognize and approve any follow-up comments automatically instead of holding them in a moderation queue.

For users that register on our website (if any), we also store the personal information they provide in their user profile. All users can see, edit, or delete their personal information at any time (except they cannot change their username). Website administrators can also see and edit that information.

What rights you have over your data

Suggested text: If you have an account on this site, or have left comments, you can request to receive an exported file of the personal data we hold about you, including any data you have provided to us. You can also request that we erase any personal data we hold about you. This does not include any data we are obliged to keep for administrative, legal, or security purposes.

Where your data is sent

Suggested text: Visitor comments may be checked through an automated spam detection service.

Save settings
Cookies settings