Medici in fuga dall’Asp di Agrigento. Bonsignore (Cimo Sicilia): “Meglio dimettersi”
Il segretario regionale del Cimo, il Coordinamento italiano medici ospedalieri, Giuseppe Bonsignore, denuncia alcune criticità nell’ambito dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento.
E spiega: “I medici invocano e attendono da anni l’assegnazione degli incarichi dirigenziali previsti dal contratto di lavoro, di avere pagati i gettoni di guardia festiva, e il rispetto delle basilari regole e norme contrattuali. Invece sono sottoposti a trasferimenti illegittimi, sballottati da un angolo all’altro della provincia, in barba al rispetto delle norme vigenti.
Nel frattempo, le richieste sindacali si susseguono ma le risposte continuano a non arrivare o, nel migliore dei casi, sono solo risposte evasive senza alcuna concretezza. A tal punto, per i medici è meglio dimettersi che lavorare senza regole.
Nel contesto di una sanità pubblica in crisi di personale sull’intero territorio nazionale, e dove si cerca di reclutare medici e infermieri in ogni modo, ad Agrigento si marcia in controtendenza e, pur di continuare a gestire in maniera padronale la sanità locale, si preferisce perdere pezzi piuttosto che adeguarsi alle regole fondanti della pubblica amministrazione che dovrebbe essere improntata ai principi di buona fede e correttezza.
Sarebbe auspicabile un deciso intervento da parte dell’Assessorato Regionale della Salute che ha il compito di verifica e di controllo sulle varie Aziende sanitarie della Sicilia, ma finora nulla si è mosso in tal senso.
Il malessere lavorativo dei medici dipendenti dell’Azienda sanitaria di Agrigento, causato da una costante violazione di regole e norme contrattuali, è ben noto all’Ispettorato del Lavoro, che è intervenuto sanzionando a più riprese i responsabili delle violazioni, ma tutto ciò non è servito a invertire la rotta.
La sanità agrigentina, infatti, è troppo permeata dai condizionamenti della politica locale e, a prescindere da colui che è posto a dirigere l’orchestra, la musica non cambia, e se qualcuno prova a ribellarsi al “sistema” è soggetto a varie ritorsioni, che spesso lo inducono a dimettersi.
Così è successo l’anno scorso al direttore del Pronto soccorso dell’ospedale di Agrigento, stanco di lottare contro i mulini a vento e senza soluzioni ai problemi sollevati dal primario. Sempre nel 2023 si sono dimessi anche tre ortopedici e tre cardiologi. Nel 2024 sono fuggiti una serie di medici psichiatri, ultimo in ordine di tempo il Direttore dell’Unità operativa complessa Modulo Dipartimentale di Salute Mentale di Agrigento, che ha deciso di gettare la spugna, e ha inviato una lettera al Direttore Generale, Giuseppe Capodieci, che è un vero e proprio atto di accusa nei confronti dei potenti dell’Azienda sanitaria.
Come Cimo Sicilia – conclude Bonsignore – continueremo a segnalare a chi di competenza le storture e le criticità che in atto regnano sovrane nella sanità agrigentina, nella speranza che prima o dopo certa politica si decida ad un passo indietro e che le Istituzioni regionali intervengano una buona volta sulla gestione di questa Azienda sanitaria allo sbando”.