Il fallimento dell’azienda di surgelati Mavis, il pm: “Reati prescritti per 6 imputati”
Non luogo a procedere per avvenuta prescrizione dei reati: secondo il pubblico ministero Elettra Consoli gli amministratori della Ma.Vi.S. Surgel Srl, di Favara, non hanno provveduto correttamente alla tenuta delle scritture contabili ma lo hanno fatto in buona fede. Non essendoci stata una distruzione volontaria, secondo il magistrato della Procura, il reato va derubricato con la conseguenza che non è più punibile. Per un solo imputato, invece, è stata chiesta l’assoluzione nel merito.
Sotto accusa, davanti ai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Agrigento, presieduta da Wilma Angela Mazzara, quattro imprenditori che si sono alternati, fra il 2007 e il 2013, nella carica di amministratore unico, due soci e il consulente fiscale dell’attività che commercializzava surgelati.
i tratta di: Ignazio Zarbo, 42 anni; Salvatore Accurso Tagano, 60 anni; Ignazio Mattiolo, 58 anni; Sesto Giovanni Mattiolo, 51 anni; Emanuele Milioto, 60 anni; Giuseppe Deni, 68 anni e Rocco Tandurella, 69 anni.
L’accusa è di bancarotta fraudolenta in concorso. Deni ( patron dell’Akragas ) è ritenuto dalla procura il consulente fiscale: nei suoi confronti è stata chiesta l’assoluzione “per non avere commesso il fatto”. Per tutti gli altri, a parere del pm, va emessa una sentenza di non doversi procedere per avvenuta prescrizione. Zarbo, Accurso Tagano, Tandurella e Ignazio Mattiolo sarebbero stati amministratori unici della società dichiarata fallita nel 2013 e, secondo l’ipotesi iniziale dell’accusa, avrebbero concorso insieme ai soci Sesto Giovanni Mattiolo e Milioto nella distruzione dei libri e delle scritture contabili in modo da creare un danno ai creditori che non avrebbero più potuto aggredire i beni della società.
Secondo il pm, in particolare, in considerazione della riqualificazione del reato, i fatti non sono più punibili. I difensori (fra gli altri, gli avvocati Giuseppe Scozzari, Riccardo Gueli e Stefano Catuara) hanno concluso il loro intervento chiedendo l’assoluzione nel merito e i giudici hanno aggiornato il procedimento al 26 febbraio per le eventuali repliche e la sentenza.
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