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“PENSACI GIACOMINO” PRIMO OMAGGIO DEL 2025 A LUIGI PIRANDELLO [video]

testo foto e video Diego Romeo

Chi ha visto i recenti concerti al Teatro Pirandello e al Circolo Empedocleo, ritengo che non possa aver fatto a meno di pensare con quale “coraggio” sisianospesi un milione e passa di euro per il concerto del “Volo” e poche migliaia di euro per i cantanti e gli orchestrali che hanno eseguito partiture di inequivocabile fattura interpretativa. Uno per tutti valga l’esempio di Marco Mancuso che all’Empedocleo ha cantato il “Nessun dorma” con un dispiegamento di voce “da Arena di Verona” o se volete “da Pavarotti”. Lo scriviamo senza tema di smentite e nella speranza che la politica amministrante questa “dannata” capitale della cultura 2025  si accorga delle risorse culturali nostrane che certamente potrebbero offrire ai “fantomatici” due milioni di turisti in arrivo uno spaccato di artisti che non sarebbero da meno di altri più “pompati” dagli agenti pubblicitari. Equivalenti riflessioni mi sono ritrovato a fare l’altra sera al teatro della Posta Vecchia dove gli attori della compagnia “Caos” hanno messo in scena “Pensaci Giacomino” di Pirandello per la regia di Renato Terranova e la interpretazione “esimia e ineffabile” di Enzo Minaldi (prof. Toti), senza dimenticare il bidello di Filippo Sferlazza, e gli altri compartecipi Francesco Brocato, Gero Ferlisi,, Elisabetta La Rocca, Giusi Alaimo, Alessandro Cutaia, Carmen Trupia, Sandro Re , un grande don Landolina tremenda personificazione della crisi del cristianesimo e non per nulla viene fatto segno della invettiva che Pirandello mette in bocca a Toti ”Lei manco a Cristo crede”. Badate bene, una invettiva scritta  nel 1916 da un Pirandello anticipatore dei tempi. Una visione profetica che oggi è mancata alla politica amministrante.. Riandando alla commedia proposta  dalla compagnia “Caos”, c’è da sottolineare che ha inaugurato il 2025 con un omaggio a Pirandello e che insieme al “Michelangiolo e Vasari” di don Vincenzo Arnone (ne abbiamo dato ampia notizia con un video su Telamone.news), costituisce una probante dimostrazione di scelte culturali ragguardevoli. Con “Pensaci Giacomino” ci ritroviamo sulla verticale dei “piccoli uomini feroci”, dei piaceri onesti  che vengono derisi perché trafiggono corpi e anime che Pirandello riesce ad elevare quasi  a “summa teologica”con  il suo essere “umano e irreligioso” secondo una definizione del non dimenticato Enzo Lauretta. Una conferma che ci viene dalle note del regista Renato Terranova :Fra tutti emerge solamente la figura del professore Toti, il più intelligente, in fondo, quello che sente di poter scegliere, di essere padrone della propria vita, delle proprie certezze, dei propri errori, pronto a pagare, a sentire tutto sulla sua pelle con coraggio e determinazione. Nell’anno  di  “AGRIGENTO – CITTA’ DELLA CULTURA 2025”, il Gruppo Teatrale “CAOS” che mi pregio di dirigere e che porta il nome del luogo natale del grande drammaturgo agrigentino, ha voluto mettere in scena il “Pensaci Giacomino!” per tributare al suo cittadino più illustre, insignito del premio Nobel per la letteratura, gli onori che merita.

Chi ha visto i recenti concerti al Teatro Pirandello e al Circolo Empedocleo, ritengo che non possa aver fatto a meno di pensare con quale “coraggio” sisianospesi un milione e passa di euro per il concerto del “Volo” e poche migliaia di euro per i cantanti e gli orchestrali che hanno eseguito partiture di inequivocabile fattura interpretativa. Uno per tutti valga l’esempio di Marco Mancuso che all’Empedocleo ha cantato il “Nessun dorma” con un dispiegamento di voce “da Arena di Verona” o se volete “da Pavarotti”. Lo scriviamo senza tema di smentite e nella speranza che la politica amministrante questa “dannata” capitale della cultura 2025  si accorga delle risorse culturali nostrane che certamente potrebbero offrire ai “fantomatici” due milioni di turisti in arrivo uno spaccato di artisti che non sarebbero da meno di altri più “pompati” dagli agenti pubblicitari. Equivalenti riflessioni mi sono ritrovato a fare l’altra sera al teatro della Posta Vecchia dove gli attori della compagnia “Caos” hanno messo in scena “Pensaci Giacomino” di Pirandello per la regia di Renato Terranova e la interpretazione “esimia e ineffabile” di Enzo Minaldi (prof. Toti), senza dimenticare il bidello di Filippo Sferlazza, e gli altri compartecipi Francesco Brocato, Gero Ferlisi,, Elisabetta La Rocca, Giusi Alaimo, Alessandro Cutaia, Carmen Trupia, Sandro Re , un grande don Landolina tremenda personificazione della crisi del cristianesimo e non per nulla viene fatto segno della invettiva che Pirandello mette in bocca a Toti ”Lei manco a Cristo crede”. Badate bene, una invettiva scritta  nel 1916 da un Pirandello anticipatore dei tempi. Una visione profetica che oggi è mancata alla politica amministrante.. Riandando alla commedia proposta  dalla compagnia “Caos”, c’è da sottolineare che ha inaugurato il 2025 con un omaggio a Pirandello e che insieme al “Michelangiolo e Vasari” di don Vincenzo Arnone (ne abbiamo dato ampia notizia con un video su Telamone.news), costituisce una probante dimostrazione di scelte culturali ragguardevoli. Con “Pensaci Giacomino” ci ritroviamo sulla verticale dei “piccoli uomini feroci”, dei piaceri onesti  che vengono derisi perché trafiggono corpi e anime che Pirandello riesce ad elevare quasi  a “summa teologica”con  il suo essere “umano e irreligioso” secondo una definizione del non dimenticato Enzo Lauretta. Una conferma che ci viene dalle note del regista Renato Terranova :Fra tutti emerge solamente la figura del professore Toti, il più intelligente, in fondo, quello che sente di poter scegliere, di essere padrone della propria vita, delle proprie certezze, dei propri errori, pronto a pagare, a sentire tutto sulla sua pelle con coraggio e determinazione. Nell’anno  di  “AGRIGENTO – CITTA’ DELLA CULTURA 2025”, il Gruppo Teatrale “CAOS” che mi pregio di dirigere e che porta il nome del luogo natale del grande drammaturgo agrigentino, ha voluto mettere in scena il “Pensaci Giacomino!” per tributare al suo cittadino più illustre, insignito del premio Nobel per la letteratura, gli onori che merita.



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