Tre assoluzioni anche in Appello nell’Arma dei Carabinieri di Agrigento
La Corte d’Appello di Palermo ha confermato l’assoluzione a favore di tre Carabinieri già in servizio ad Agrigento, tra cui il colonnello Stingo. I dettagli.
La Corte d’Appello di Palermo ha confermato la sentenza emessa ad Agrigento il 24 maggio del 2023, quando, a conclusione del giudizio abbreviato, il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, ha assolto, con la formula “perchè il fatto non sussiste”, il comandante provinciale dei Carabinieri di Agrigento, il colonnello Vittorio Stingo, il capitano Augusto Petrocchi, comandante della Compagnia di Licata, e poi il luogotenente Carmelo Caccetta, già comandante del Nucleo Operativo della Compagnia di Licata. Ai tre Carabinieri è stata contestata l’ipotesi di reato di rivelazione di segreto di ufficio in riferimento alla notizia di un’indagine a carico del luogotenente Gianfranco Antonuccio, inquisito per presunte tangenti intascate in cambio di favori e coperture. Secondo il capo d’imputazione formulato dalla Procura agrigentina, il colonnello Stingo, lecitamente al corrente dell’inchiesta in corso a carico di Antonuccio, avrebbe rivelato la circostanza al capitano Petrocchi, che a sua volta avrebbe poi informato il luogotenente Caccetta. Più nel dettaglio, nel marzo del 2021 il procuratore di Palermo in quel tempo, Francesco Lo Voi, informò il colonnello Stingo di indagini da parte dei Carabinieri del Ros su alcuni Carabinieri della Compagnia di Licata. Successivamente un alto ufficiale, per ragioni istituzionali, aggiornò Stingo sugli sviluppi delle indagini comunicandogli il nome del militare indagato a Licata, ovvero il luogotenente Gianfranco Antonuccio. Ebbene, il colonnello Stingo avrebbe rivelato ciò al capitano Petrocchi, a capo della Compagnia di Licata, al fine di avviare una procedura di trasferimento per incompatibilità ambientale di Antonuccio. La Procura di Agrigento ha sostenuto che il colonnello Stingo avrebbe agito in tal modo per trasferire Antonuccio prima che fosse arrestato, per evitare che l’onta del suo arresto ricadesse sull’Arma agrigentina quando sarebbe stato arrestato. Caccetta, a sua volta a conoscenza, ne avrebbe parlato ad un altro collega per raccomandargli attenzione con Antonuccio. Al colonnello Stingo è stato contestato anche il reato di calunnia a danno del collega Antonello Parasiliti, il comandante del Ros di Palermo che ha catturato Matteo Messina Denaro. Parasiliti non ha ritenuto di essere stato calunniato, tanto che non si è costituito parte civile. In particolare Stingo avrebbe negato di avere ricevuto l’informazione istituzionale dell’avvenuto deposito dell’informativa finale, con relativa proposta di misura cautelare, a carico di Antonuccio. E il colonnello, interrogato, ha affermato: “Le dichiarazioni rese dal collega Parasiliti non sono vere”. E dunque, secondo la Procura, lo avrebbe accusato falsamente, sapendolo innocente, del reato di false informazioni a pubblico ministero”. I tre sono difesi dagli avvocati Salvatore Pennica, Santo Lucia e Daniela Posante. Anche la Procura Generale di Palermo, tramite Carlo Lenzi e Giuseppe Fici, ha invocato l’assoluzione, altrettanto in Appello, e con la stessa formula, ovvero “perché il fatto non sussiste”.
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