LE GRAVI DIMENTICANZE DI AGRIGENTO CAPITALE DELLA CULTURA
di Mario Gaziano
Per la verità mi ha sorpreso. Il post di mio fratello Gaetano , raffinato melomane e appassionato di arte, con particolare legame al Caravaggio, mi ha sorpreso. Esalta ed esulta per una importante rassegna di pittori del ‘’900, all’interno del programma di Agrigento capitale della cultura. Solo per il 2025 una significativa antologica da De Chirico a Lucio Fontana. Due considerazioni: la prima: non si tratta di una grande novità per la nostra città:
- all’interno della Sagra del mandorlo in fiore del 1987 (di cui fui nominato coordinatore generale e regista) nelle sale, non ancora suddivise, di Villa Gernuardi la galleria Domino di Pescara organizzò una grande mostra dei Maestri della pittura del ‘900, proprio con una sezione dedicata a De Chirico. La grande sala ospitò una antologica di Ginabecchina.. .E nella sala superiore una bella mostra dedicata a Guttuso.
- Nella metà degli anni ’70 si realizzò nel salone Nazzari (Collegato all’attuale Cine Astor) la Prima Rassegna di Arte Contemporanea con opere proprio di Lucio Fontana, Canzoneri,,Papuzza e del maestro Andrea Carisi con le sue composizioni optical.
Direttore culturale fu il compianto critico nazionale e collezionista Francesco Carbone,che poi creò un ricco museo d’arte a Mezzojuso (suo paese d’origine)
Ma il punto è un altro. Osservai che sarebbe risultato più congruo, e più aderente allo spirito di Agrigento capitale della cultura programmare una mostra dei grandi maestri siciliani e del territorio agrigentino:Guttuso,Bruno Caruso,Migneco, Gianbecchina, Pietro D’Asaro del ‘600 (Il monoculus racalmutensis) valorizzato e rilanciato a livello internazionale proprio da Leonardo Sciascia, e ancora il Provenzano pittore siciliano del ‘700 di origine territoriale provinciale agrigentina.
Sarebbe stata una iniziativa culturale di forte identità siciliana ,e per molti versi territoriale agrigentina.
E’ possibile che si trascurino aspetti fondamentali della storia culturale fortemente identitaria del nostro territorio?
Trascuratezza,presunzione, supponenza o ignoranza?
E tutta la storia letteraria della nostra provincia? : nessun segnale di Alessio Di Giovanni(stimatissimo da Sciascia e Pasolini) ,di Navarro della Miraglia, degli scritti di Crispi, di Nicolò Gallo,di Domenico De Gregorio, dello stesso Sciascia,Tomasi di Lampedusa. E Pirandello?
Insomma presentiamo ai probabili visitatori (si spera non scoraggiati delle figuracce che si sono inanellate) una dimensione dimezzata ,se non soffocata, della grande forza culturale della nostra terra, identitaria e straordinariamente siciliana ed agrigentina,in generale.
Valgono certo la Valle dei templi,la Sagra del Mandorlo,la festa di San Calò. Ma lo spirito creativo individuale,che riflette l’anima culturale pulsante della nostra terra, non potrà mai essere sovrastato da slogan promopubblicitari vanagloriosi e programmazioni in cui le assenze sono molte e troppo pesanti.
In definitiva: mortificanti.