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AD AGRIGENTO IL PASSATO E’ SEMPRE PRESENTE E SI RIPETE CONTINUAMENTE

di Paolo Cilona

Quando il passato è sempre presente nella Città Capitale della cultura 2025. All’indomani della frana del 1966 il deputato agrigentino del partito socialista Filippo Lentini con un intervento del 5 settembre 1966 all’Assemblea regionale, con grande coraggio e determinazione pose all’attenzione della Sicilia le cose assurde che avvenivano all’interno del Palazzo dei giganti in danno della città dei Templi. In particolare si soffermo’ su un tema di grande attualità:” Ville comunali completamente scomparse, giardini pubblici devastati, appropriazioni indebite di migliaia di metri quadrati di terreno comunale, occupazione stabile di suolo pubblico, riconversione di proprietà comunali, costruzioni nella zona archeologica, il tutto con l’acquiescenza, l’accordo, la corresponsabilità  o il cointeresse degli amministratori comunali in una città ove fare il consigliere diventa un vero e proprio calcolo di futuri affari, all’ombra di protezionismi vecchi e nuovi in cui la classe politica dirigente agrigentina naufraga, si perde o addirittura diventa risultanza ed espressione. Il tutto con la consapevolezza dell’impunità. Col pericolo del danno e delle minacce che può averne chi ha il coraggio di parlare. Gente che oggi si infastidisce dei controlli, degli accertamenti, gente che non ha paura, che mentre parliamo occupa spazi pubblici, per esempio in via Antonio Restivo, o innalza colonne di cemento armato di notte come dirimpetto al campo sportivo. Gente che fa sparire dal Comune le mappe, le planimetrie, che compra, che acquista ove si verificheranno le future speculazioni, gente tanto potente da ottenere licenze in deroga, licenze in sanatoria che fa nascere il vincolo panoramico; gente che non risparmia nemmeno la pace dei defunti; città ove ottenere una tomba è un privilegio, ove tutto è cortesia, un favore, non un diritto. Mi consenta onorevole presidente, che dinanzi a tutto questo, il cittadino che non sia compromesso si senta disarmato sbigottito, impaurito. A chi si può rivolgere ? Non al Genio Civile che permette la costruzione di mostruosi palazzi nelle zone franose; non alla Prefettura cui vengono presentati se non erro i calcoli in cemento armato, nei quali ci si accorge subito se essi siano preparati per edifici ai quali e’ stata concessa una licenza di costruzione, o preparati invece per successive deroghe, rispettando tali calcoli a edifici molto ma molto più alti; non al Comune ove stanno coloro, amministratori burocrati, che permettono, incoraggiano, sviluppano la grande o la piccola speculazione edile in città e fuori del perimetro dell’abitato. A chi rivolgersi, onorevole presidente ? Alla Sovrintendenza ai monumenti e all’antichita’, che tuona rigorosa contro il contadino che deve riparare il suo pagliaio, terribile inavvicinabile al piccolo proprietario terriero, ma tanto tenera accondiscendente con i grossi, con i forti, con chi vanta particolari protezionismi ? Non certamente – mi consenta dirlo – a chi ha il dovere di garantire, di assicurare la giustizia, quando la Magistratura ha bisogno del tempo per istruire le pratiche che possono incriminare l’amministratura comunale, l’amico dell’amministratore, lasciando, se non altro, il sospetto diffuso che possa èssere un ladro, quando in effetti non lo e’, o che uno possa non esserlo, quando in effetti lo e’, eccome. In questo clima (continua il deputato socialista Lentini) , onorevole presidente, non ci meraviglia più niente”.L’intervento sopra riportato  fa parte del nuovo libro di Paolo Cilona :” Le ville di Agrigento – tra fatti e misfatti, quando il passato e’ sempre presente”.