SOLONE PIRANDELLO PREZZOLINI…MA GLI APPLAUSI PIU’ SPONTANEI VANNO A SAN CALO’ E GIOVANNI MOSCATO
Testo e foto di Diego Romeo
Si era all’inizio dell’era Miccichè quando “Tutta colpa di Solone” fu presentato dall’autore Andrea Cirino al Circolo Empedocleo. Affollata presentazione e all’apparenza plaudente da parte di consiglieri e assessori. Le contraddizioni però sembrano perseguitare questo libro perché in prima fila c’era l’on. Lillo Pisano che in piena campagna elettorale aveva subito l’onta della defenestrazione da Fratelli d’Italia e che a sua volta pochi mesi prima aveva defenestrato dalla lista a sindaco di Fratelli d’Italia il “comunista” (sic) Marco Zambuto che quella sera presentava con adeguate parole l’opera di Andrea Cirino. Pisano lasciò la sala prima che si completasse il cerimoniale di presentazione e come oggi si potrà arguire dall’andazzo dell’era Miccichè (famoso per regalare posteggi e varianti di sorta ma non ai cittadini in difficoltà), le belle parole di adesione al contenuto del libro espresse quella sera si dileguarono velocemente. In una successiva intervista al Cirino nel frattempo inserito nel cda della Fondazione Teatro Pirandello, gli chiedemmo se fosse stato così sicuro che tutta quella bella gente avesse letto il libro. Mi rispose che lo voleva sperare. Ma oggi che il libro è stato ridotto per la scena del Teatro Pirandello dal volenteroso regista Giovanni Volpe che ha colto al volo l’occasione tracimando da un Ciampa col pugno chiuso (visto al Posta Vecchia) , non ci sono più alibi per nessuno. Tutto il senso del libro è ben spiattellato sulla scena con dialoghi che fanno torcere le budella ai commedianti della politica. Tutti adeguati gli attori e osiamo dire tutti famelici di interpretare i personaggi …soloniani (ma anche pirandelliani e prezzoliniani) che non filosofeggiano ma spiattellano crudissime verità sull’oggi politico e su una democrazia a rischio. Sulla scena ci sono tutti i riferimenti di questo ultimo cinquantennio agrigentino, dalla frana, all’abusivismo, allo scandalo del manicomio, alle mistiche esplosioni sancalogerine, allo scontento(persino) degli indifferenti. Tutto prende la forma di una enorme psicoterapia di gruppo, un frenetico corso di “igiene mentale” che è impossibile non lasci il segno. Non sappiamo se il sindaco Miccichè vorrà visionare questa opera teatrale o se abbia letto il libro, e qui vorremmo ricordare un particolare che in questo momento non è insignificante visto che le cronache annunciano la probabile entrata in giunta della figlia dell’autore Cirino, consigliera comunale e il cui merito finora conosciuto è l’avere votato l’asilo della Villa del Sole. Vorrà il dio Cirino sacrificare la Ninfa Egeria sull’altare del dio Miccichè? Altra notazione che offriamo ai lettori è il divieto di lettura del libro ai minori di sedici anni. Qui di seguito la nota che traiamo da Amazon non prima di rallegrarci per l’ensemble degli attori : Franco Bruno, Francesco Naccari, Paolo Di Noto, Marcella Lattuca, Nicola Puleo, Giovanni Moscato,, Rosa Maria Montalbano, Pippo Crapanzano, Gero Galvano. Scene e costumi di Donatella Giannettino, musiche di Angelo Sanfilippo.
Consigliato ad un pubblico 16+
“Tutta colpa di Solone” è un libro che tratta in modo romanzato argomenti che ritraggono una società in degrado con numerosi problemi sociali e con un governo che non aiuta ma che pensa, piuttosto, ai propri privilegi. Il testo comincia presentando la figura di Solone, legislatore e poeta ateniese, eletto arconte, esempio di rettitudine; un personaggio che oggi difficilmente si può trovare nel mondo politico. Il protagonista del testo si chiama Niria e sogna Solone e il suo servo che dialogano; l’arconte riconosce una società attuale decisamente corrotta e ne è profondamente deluso. Niria, al risveglio, incontra Cannella, un politico che lo vuole trascinare in una campagna politica di interessi altrui, da cui il protagonista uscirà perdente ma con il desiderio di andare avanti in questa impresa che lo porterà a Roma. La caratteristica stilistica del testo è un costante ritorno al passato, con numerosi flashback che ritraggono il protagonista e la sua famiglia, quando egli era molto giovane, dalla casa d’infanzia, agli amici, raccontando una meravigliosa Sicilia, con tutte le sue tradizioni. Il linguaggio usato è molto colloquiale e anche dialettale, soprattutto nei dialoghi utilizzati tra i personaggi. Ogni luogo è ricco di dettagli e anche i personaggi sono descritti con precisione e sembrano animarsi grazie al loro linguaggio. Quando il protagonista va a Roma e comincia il suo percorso in politica, inizia un’altra parte di storia, dove i politici non si ricordano della reale situazione del paese, dimenticando soprattutto la Sicilia e tutto il sud Italia. Quando Niria e il ministro cercano di trovare un modo per creare posti di lavoro in Sicilia, avviene qualcosa ed entrano forze oscure, purtroppo reali, chiamate gli invisibili che dominano il mondo. Il messaggio che l’autore invia al lettore è propositivo e ottimista per il futuro, in quanto l’umanità non può continuare a farsi governare e annientare dagli invisibili; il fatto che l’autore dedichi questo libro a suo padre gli fa onore, in quanto egli è simbolo di valore e onestà, principi che ad oggi mancano in questo mondo.
