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Secondo sconto di pena per lo stupro di Palermo

Dopo l’abbreviato, la riforma Cartabia sconta ancora di un sesto la condanna a carico di cinque dei sette imputati per lo stupro di Palermo. I dettagli.

Lo scorso 8 novembre sei dei sette imputati per lo stupro a Palermo di Asia sono stati condannati e hanno beneficiato dello sconto di un terzo della pena perché giudicati in abbreviato. Adesso in Cassazione cinque dei sette sono stati altrettanto condannati, ma con un ulteriore sconto della pena di un sesto perché hanno rinunciato all’Appello. In primo grado ad Angelo Flores, Gabriele Di Trapani, Christian Maronia ed Elio Arnao sono stati inflitti 7 anni di reclusione ciascuno, che scontati sono 6 anni e 4 mesi. Poco meno a Cristian Barone, condannato dal Tribunale a 6 anni e 4 mesi. Ha invece impugnato la sentenza di primo grado Samuele La Grassa, condannato a 4 anni perché gli è stata riconosciuta l’attenuante di non avere stuprato ma di avere solo assistito praticando autoerotismo. E’ ancora pendente in Cassazione il verdetto su Riccardo Parrinello, ancora 17enne alla data dello stupro, la notte del 7 luglio del 2023, al Foro Italico. L’ex minorenne è stato condannato in Appello a 8 anni e 8 mesi di carcere, anche lui in abbreviato. Secondo quanto emerso dalle indagini dei Carabinieri, dal racconto di Asia, dai video dello stupro registrati e diffusi dal branco, la ragazza, in un locale della “Vucciria”, nel centro storico, sarebbe stata indotta a bere Sambuca fino ad ubriacarsi, poi condotta in un cantiere abbandonato e isolato, e violentata per ore. Asia li ha denunciati. I primi tre indagati sono stati arrestati il 3 agosto del ’23. Poi il 18 agosto gli altri quattro. A loro carico vi sono anche delle frasi registrate del tipo: “Amunì ficchiamocela”, “Amunì che ti piace”, “Che ha preso un palo di petto?”. Dopo lo stupro, Angelo Flores ha scritto ad un amico: “Lei era tutta ubriaca… na scricchiamo tutti”. Quando i primi tre sono stati condotti in caserma, i Carabinieri hanno acceso le microspie in sala d’attesa, e hanno registrato altre frasi: “La struppiò… lei non voleva, faceva ‘no, basta’… i pugni che le davano e pure gli schiaffi, non respirava e quello cercava di metterglielo nel cu…”. Poi hanno temuto l’arresto, altre frasi: “Spuntare nel telegiornale”, “Meglio scappare in Messico o in Thailandia”. Ad Asia, assistita dall’avvocato Carla Garofalo, è stata riconosciuta una provvisionale di 40.000 euro. I danni complessivi saranno quantificati in sede civile.

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